(Teleborsa) -
Entro il prossimo 16 dicembre anche gli imprenditori saranno chiamati a versare la seconda rata di
IMU e
TASI che complessivamente
costerà 5 miliardi di euro.
Al lordo del risparmio fiscale,
lo sforzo maggiore sarà richiesto agli albergatori che mediamente saranno chiamati a versare 6.000 euro circa. Seguono i proprietari dei grandi magazzini commerciali (categoria catastale D8), con poco più di 4.000 euro, e i "capitani" delle grandi industrie (D7), con 3.240 euro.
Lo fa sapere la
CGIA di Mestre, sottolineando che se per i
capannoni di minori dimensioni (D1), gli artigiani e i piccoli imprenditori pagheranno poco più di 2.020 euro, per gli
uffici e per gli
studi privati (A10) i liberi professionisti verseranno un’imposta media di 1.010 euro.
Infine, spiega l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese, il saldo su
negozi (C1) e
laboratori (C3) costerà ai commercianti e ai piccoli artigiani rispettivamente 492 e 378 euro.
L’Ufficio studi della CGIA è giunto a questi risultati utilizzando, per ciascuna tipologia di immobile strumentale, le aliquote medie risultanti dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze. Per ogni tipologia di immobile sono state utilizzate le rendite catastali medie ricavate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate.
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, ricorda che, nel 2015,
la situazione è stata particolarmente difficile soprattutto per i proprietari di capannoni. "Dall’analisi delle delibere prese quest’anno dai Comuni capoluogo di provincia – prosegue Zabeo - abbiamo rilevato che
il 68% ha applicato sui capannoni un’aliquota TASI + IMU pari o superiore al valore massimo".