(Teleborsa) - Il
nuovo Governo dell'Argentina targato Macri interviene sul mercato dei cambi per svalutare il peso e ridare linfa all'export e alla disastrata economia del Paese.
Ieri sera Buenos Aires ha annunciato la
fine dei controlli sul mercato valutario.Il
precedente sistema stabilito quattro anni fa dalla precedente Presidente Cristina Kirchner prevedeva un
cambio fisso tra dollaro e peso di 9,78, anche se sul mercato non ufficiale il cross era di 15.
Ora i cittadini potranno acquistare liberamente dollari, rendendo l'export dei prodotti domestici molto più attraente.
Secondo gli analisti il peso argentino dovrebbe perdere oltre un terzo del proprio valore sul dollaro scambiando sul mercato ufficiale tra 13,5 e 15.
La reintroduzione del tasso di cambio libero tra dollaro e peso produrrà nel breve periodo alcuni
effetti collaterali. In particolare l'indebolimento della divisa argentina
aumenterà la già altissima inflazione (attualmente stimata al 25%).
Per questo martedì la Banca Centrale del Paese ha aumentato il costo del denaro fino al 38%.
"La fine dei controlli sarà l'inizio di una svolta per l'economia" ha dichiarato il
Ministro delle Finanze Alfonso Prat-Gay.
Prat-Gay ha anche annunciato che
il Governo sta negoziando una linea di credito da oltre 5 miliardi di dollari con alcune banche internazionali per rimpinguare le riserve internazionali del Paese.