(Teleborsa) - Le
crescenti tensioni tra Iran e Arabia Saudita agitano il prezzo del petrolio e ne complicano ulteriormente l'outlook per il 2016.
L'oro nero ha
iniziato il nuovo anno in gran corsa
arrivando a guadagnare, durante le contrattazioni asiatiche, fino al 3%.
Con l'apertura dei mercati europei ha invece ridimensionato i rialzi, complici anche i
pessimi dati sulla manifattura in Cina che hanno aumentato i timori per un rallentamento della crescita globale, e dunque della domanda di oro nero.
L'Arabia Saudita è il primo produttore di petrolio al mondo, l'Iran il terzo maggior produttore Medio Oriente. Secondo gli analisti, un'escalation tra i due Paesi potrebbe frenare un eventuale ulteriore crollo delle quotazioni del greggio.
In questo momento i
futures sul Wti in scadenza a febbraio stanno guadagnando 12 centesimi a 37,16 dollari al barile, quelli sul
Brent, stessa scadenza, si sono portati invece sulla parità a 37,29 dollari al barile.