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Cina, riserve in valuta estera a picco per frenare la fuga di capitali

Economia
Cina, riserve in valuta estera a picco per frenare la fuga di capitali
(Teleborsa) - Arriva dalle riserve in valuta estera l'ultimo allarme sullo stato di salute della Cina.

A dicembre, si apprende dalla Banca Centrale cinese (People's Bank of China, o PBOC), le riserve in valuta estera sono scese del 3% (ossia 108 miliardi di dollari) a 3.300 miliardi di dollari, mettendo a segno il maggior calo mensile dal 2003.

Nell'intero 2015 gli stock valutari sono scesi invece di 512,7 miliardi di dollari. In questo caso si tratta del maggior declino mai registrato.

Il livello in se', va precisato, non suscita preoccupazioni dal momento che per oltre un decennio la BPOC ha accumulato dollari e per ora dispone di riserve assolutamente sufficienti a far fronte alle proprie esigenze.

Ad intimorire è piuttosto fuga di capitali dal Paese: sempre più risparmiatori e investitori cinesi, evidentemente preoccupati dai segnali di rallentamento della seconda economia al mondo, stanno cambiando yuan in dollari, costringendo la le autorità monetarie
a vendere dollari per acquistare yuan.

Secondo gli analisti a lungo andare i continui interventi di Pechino per frenare l'attuale panic-selling (oggi sono state nuovamente sospese le contrattazioni sulle piazze cinesi per eccesso di vendite) potrebbero minare la fiducia nella capacità delle autorità di arginare l'attuale crisi del Paese.

Va rilevato che oggi la People's Bank of China ha annunciato una ulteriore svalutazione dello yuan sul dollaro.
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