(Teleborsa) - Christine Lagarde tenta di rasserenare gli animi sulla cosiddetta "sindrome cinese", ossia sul timore che un
marcato rallentamento della seconda economia al mondo possa ripercuotersi negativamente sulla crescita globale.
Parlando in occasione del simposio a Parigi organizzato dalla Banca Centrale francese per il
Governatore uscente Christian Noyer, la Direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha spiegato che
la Cina ha intrapreso un "ambizioso" piano pluriennale di ribilanciamento verso una crescita più lenta e sostenibile. Una scelta di cui beneficeranno tutti nel lungo periodo, assicura, anche se al momento questo cambiamento ha ricadute sul commercio, sulla domanda di materie prime e sui mercati finanziari.
Secondo la numero uno dell'Organizzazione con sede a Washington, piuttosto, esistono
rischi di un peggioramento della volatilità sui cambi delle valute.
La questione riguarda soprattutto le
economie emergenti, che stanno spesso assistendo a indebolimento della crescita o vengono colpite dalla caduta dei prezzi delle materie prime.
"Alcune valute stanno già assistendo a marcati deprezzamenti, di oltre il 13%", ha rilevato, aggiungendo che nelle attuali previsioni del Fondo la loro convergenza verso i redditi dei paesi avanzati avverrà più lentamente dei due terzi di quanto si prevedesse 10 anni fa.