(Teleborsa) - E' stata un'incursione cruenta, quella fatta ieri da Standard & Poor's su alcuni Paesi.
L'agenzia statunitense ha
tagliato il rating di Arabia Saudita,
Oman,
Bahrein,
Kazakistan e
Brasile,
salvando solo la Russia.
Si tratta del
secondo massiccio intervento in quasi un anno sui produttori di petrolio, sempre più in crisi a causa del
crollo delle quotazioni dell'oro nero.
Nel dettaglio, il
rating dell'Arabia Saudita è stato portato da "A+" ad "A-" con outlook stabile.
Quello del
Barhein passa a "BB" da "BBB-", due gradini sotto l'
investment grade a ad un solo notch dallo status di "spazzatura".
Il rating del
Kazakistan scende da "BBB" a "BBB-", quello dell'
Oman a "BBB-" da "BBB+".
S&P ha motivato tale incursione con il costante crollo delle quotazioni petrolifere, crollo che sta impattando molto negativamente su finanze ed economia dei produttori.
Separatamente l'agenzia ha tagliato il rating del
Brasile a "BB" con outlook negativo a causa delle sfide politiche e fiscali che il Paese, nel mezzo della peggior recessione degli ultimi cento anni, si trova ad affrontare.
Solo la
Russia si salva dalla scure di Standard & Poors: il rating del Paese è stato confermato a "BB+", anche se con outlook negativo, in quanto l'agenzia si aspetta "soltanto un ulteriore peggioramento modesto degli indicatori economici e fiscali" di Mosca per il 2016-19.
Tuttavia le prospettive per la nazione restano poco incoraggianti a causa del fatto che i "cuscinetti fiscali potrebbero deteriorarsi più velocemente di quanto atteso".