(Teleborsa) -
Allarme povertà per l'Italia, dove a quanto sembra
si spende meno che nel resto d'Europa per le categorie più a rischio: disabili, famiglie ed infanzia, abitazione, situazioni di esclusione sociale.
E' quanto riferito da responsabile
Istat delle politiche sociali
Cristina Freguja, in un'audizione al Parlamento sul
ddl povertà. La parte di spesa pubblica destinata alle politiche sociali - ha riferito - è
pari a circa il 10,4%, circa 10 punti inferiore a quella di Francia e Germania ed alla media europea.
Nello specifico, la parte di
spesa destinata alla lotta alla povertà è modestissima (lo 0,7% circa) e rappresenta la metà di quella europea (1,9%).
Inoltre,
l'84% dei beneficiari di prestazioni assistenziali è costituito da persone anziane, di cui il 39% vive solo ed il 23% in coppia. Poche - sottolinea la responsabile dell'Istat - sono le misure finalizzate al contrasto della povertà e, spesso, non si rivolgono esclusivamente ad individui in condizioni di difficoltà economica.
Secondo l'Istat, in un momento di ripensamento delle politiche sociali, bisognerebbe prevedere sui una
"maggiore disponibilità di risorse", sia un "impianto
coerente con il quadro degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro". In pratica la Freguja ha ricordato che questo disegno di legge sulla povertà completerebbe il percorso di riforme avviato con il
Job Act.