(Teleborsa) -
Il vino italiano continua a piacere all'estero.
In occasione del
Vinitaly, il Salone internazionale del vino e distillati, che si terrà dal 10 al 13 aprile a Verona, l'Area Studi
Mediobanca ha presentato l'aggiornamento annuale dell'indagine sul settore vinicolo italiano e internazionale.
Nel 2015, la
crescita del fatturato dei maggiori produttori italiani (+4,8%) è stata
sostenuta soprattutto dall'export (+6,5%) e dagli
spumanti (+10%) che hanno venduto all'estero il 15,2% in più. Segnali di tenuta, giungono anche dal mercato domestico (+3,1%).
A livello geografico,
primeggia il Nord America che registra una
crescita a doppia cifra (+13,3%), mentre
crolla l’Asia (-10%) con una quota che vale appena il 3,9% delle vendite. Il principale sbocco restano i
Paesi UE (51,5% dell’export totale), che
marciano a ritmo più modesto (+3,7%). Crescono infine del 3,2% le esportazioni in Africa, Medio Oriente e altri Paesi Europei non UE, con un peso del 9,1% del totale; il residuo 1,5% delle esportazioni va in Sud America (+18,3%).
Aspettative di vendite per il 2016. Il 92% degli intervistati prevede di non subire un calo delle vendite, anche se gli ottimisti (crescita delle vendite superiore al 10%) sono solo il 15%; per contro, appena l’8% attende una flessione dei ricavi. Nell'insieme permane un’intonazione positiva, ma improntata a
grande prudenza e senza gli exploit del 2011 e 2012: il 46% degli intervistati ritiene di non andare oltre il 5% di crescita dei ricavi nel 2016.
La maggiore quota di ottimisti è tra i produttori di spumanti: il 15% si aspetta nel 2016 di aumentare il fatturato totale di oltre il 10%, percentuale che sale al 35% guardando i mercati esteri.
Un recente ricerca di Mediobanca ha rilevato inoltre che
il vino fa bene anche al portafoglio. Investire nel settore vinicolo rende il 160% in più rispetto a un investimento nel settore finanziario.