(Teleborsa) - “Per contrastare i rischi per il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi, in primo luogo abbiamo ricalibrato la nostra posizione di politica lo scorso dicembre e poi svelato un'altra serie completa di misure a nostra ultima riunione di politica monetaria marzo 2016.
Nel discutere le nostre misure di politica monetaria recenti, è essenziale prendere in considerazione il contesto globale in cui sono state fotografate.
E’ quanto ha dichiarato
Vitor Constancio, vicepresidente della
BCE durante la presentazione del
Rapporto annuale 2015 della BCE. "Il contesto in cui viviamo è stato caratterizzato da una crescita contenuta, sviluppi commerciali storicamente deboli e pressioni inflazionistiche che riflettono forti cali dei prezzi dell'energia.
Negli sviluppi più recenti sono state colpite in particolare le prospettive per i
mercati emergenti che contribuiscono alla volatilità del mercato finanziario globale nella seconda metà del 2015 e di nuovo nel febbraio di quest'anno.
In linea con questo scenario globale, la BCE ha fatto e, nell'ambito del suo mandato, continuerà a fare tutto ciò che è necessario per perseguire l'obiettivo di stabilità dei prezzi, che ora comporta anche cercando di promuovere la crescita, al fine di chiudere l'output gap negativo che sta mettendo sotto pressione l'inflazione.
Tuttavia, le altre politiche devono anche agire per fornire un miglioramento duraturo e sostenibile delle prospettive di crescita economica.
Un tale sforzo comune europea dovrebbe comportare un piano d'azione a tre punti.
In primo luogo, sullla disoccupazione strutturale c he soffre ancora di alti e bassi e ha un basso potenziale di crescita del prodotto nell'area dell'euro. E 'quindi indispensabile per rendere le nostre strutture economiche più efficienti.
In secondo luogo, le politiche fiscali devono svolgere il loro ruolo nella ripresa economica.
Infine, abbiamo bisogno di una chiara visione per l'Unione Economica e Monetaria (
UEM). Sono consapevole del fatto che l'attenzione politica si concentra altrove in questo momento. Ma lasciando incompiuta l'UEM saremo troppo fragili e vulnerabili non in grado di affrontare crisi future.