(Teleborsa) - "
La riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL è uno degli obiettivi fondamentali di politica economica del Governo italiano insieme con l'impegno di riduzione del disavanzo, visto che il calo del disavanzo debito PILsi già praticamente stabilizzata nel 2015, nonostante le condizioni economiche globali avversi".
E' così che il Ministro dell' Economia,
Pier Carlo Padoan, risponde alla lettera inviata all'Italia dalla Commissione europea che riteneva che l'Italia "non avesse fatto sufficienti progressi nella riduzione del debito nel 2015"
Nella lettera Bruxelles chiede se ci siano fattori rilevanti che giustifichino l’evoluzione del debito pubblico presentata nel
Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016.
"Il governo - spiega
Padoan prevede che il rapporto debito -PIL che comincerà a diminuire nel 2016 e continuare più nettamente in
2017-2019. Inoltre, dal 2012, grazie ad avanzi primari consistenti, il deficit d'Italia è sempre stato uguale o inferiore alla soglia del 3 per cento-di-PIL; dopo aver raggiunto 2,6 per cento nel 2015, esso si ridurrà ulteriormente al 2,3 per cento quest'anno e all' 1,8 per cento nel 2017. Come documentato nel programma di stabilità, l'attuazione di un programma globale di riforme strutturali è sulla buona strada mentre, in una visione più ambiziosa sono state adottate misure, in particolare nel settore bancario e in materia di procedure di insolvenza".
Per quanto riguarda il 2017,
Padoan spiega che il governo conferma che le "clausole di salvaguardia".
Va ricordato che la regola del debito prevista nei regolamenti europei (
six pack) ammette la possibilità che la traiettoria discendente del rapporto debito/PIL possa essere frenata da fattori rilevanti che ne giustifichino uno scostamento.
L’Italia, nel pieno rispetto di questa regola, ha predisposto il documento inviato a Bruxelles.
Tra i fattori rilevanti il documento sottolinea la dinamica dei prezzi e la pressione
deflazionistica, l’impatto negativo che avrebbe una politica di consolidamento di bilancio più marcata, le riforme strutturali che migliorano il potenziale di crescita dell’economia ma che nella fase iniziale di attuazione comportano dei costi. Altri fattori rilevanti, riporta il documento, sono la sottostima dell’output gap calcolato secondo la metodologia europea e i costi che negli ultimi anni l’Italia ha dovuto affrontare per sostenere l’acuirsi della
crisi dei migranti. Nella valutazione generale sull'andamento del debito vanno anche considerati elementi di virtuosismo delle finanze pubbliche del Paese, come l’evoluzione dell’avanzo primario e la sostenibilità di lungo periodo del debito.
"Siamo fiduciosi – conclude il
Ministro Padoan nella lettera – che questi elementi siano tenuti nella dovuta considerazione dalla Commissione"