(Teleborsa) - Oggi è un giorno importante per l'Italia: si voterà sulle
unioni civili alla Camera,
dopo l'ok del Senato al disegno di legge. In rivolta le opposizioni e non solo.
Il Governo tenta il tutto per tutto
chiedendo la fiducia per blindare il testo. Ieri la ministra per i rapporti con il Parlamento,
Maria Elena Boschi, ha dato l'annuncio, peraltro atteso, dichiarando: siamo ad un passo da un risultato storico per il paese.
La notizia ha fatto infervorare la Lega, Forza Italia e quelli del Movimento 5 Stelle, che hanno lanciato dure accuse alla maggioranza. Secondo il pentastellato,
Alfonso Bonafede, il Parlamento sarebbe per il Governo uno "zerbino su cui pulire i piedi": "i parlamentari dovrebbero rispondere ai cittadini e non ubbidire a un capo padrone abituato a calpestare quest'aula", ha aggiunto.
Dura anche la risposta dei
vescovi italiani, con il segretario generale della Cei,
Nunzio Galantino, che ha definito il voto di fiducia "una sconfitta per tutti", chiedendo politiche che "mettano al centro l'importanza della famiglia, fatta di madre, padre, figli".
Intanto scoppia il caso
Alfio Marchini: "se vinco, non celebrerò le unioni gay", ha dichiarato il candidato a sindaco di Roma.