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FMI generoso con l'Italia: PIL atteso all'1,1% ma la crescita resta modesta

Economia
FMI generoso con l'Italia: PIL atteso all'1,1% ma la crescita resta modesta
(Teleborsa) - Disco verde dell'FMI sull'economia italiana. Secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto di Washington, l'Italia è uscita da una prolungata recessione ed ha continuato a crescere ad un ritmo moderato anche ad inizio 2016.

L'ultima valutazione degli ispettori del Fondo segnala che la crescita dovrebbe attestarsi all'1,1% quest'anno ed all'1,25% nel biennio seguente, grazie ai miglioramenti graduali de mercato del lavoro ed alla stabilizzazione dei crediti deteriorati (NPL).

Restano però alcune incognite: l'impatto della Brexit, che i tecnici del FMI non sanno quantificare con esattezza per l'Italia, la volatilità dei mercati, l'emergenza immigrazione e la frenata dell'export connessa con il rallentamento dell'economia mondiale.

Per l'FMI, si presentano all'Italia alcune sfide per il futuro: la bassa crescita di investimenti e produttività, un tasso di disoccupazione che resta superiore all'11%, un debito pubblico di poco sotto il 133% del PIL, bilanci delle banche sotto pressione ed una crescita del reddito inferiore alla media europea.


Per tornare ai livelli pre-crisi del 2007 ci vorrà ancora qualche anno - attorno alla metà del 2020 - anche se l'FMI prende atto che il governo italiano ha fatto delle riforme "impressionanti", che ritiene indispensabili e di cui sollecita l'attuazione. Fra l'altro, lo sforamento dei margini di correzione imposti dall'UE, dovuto alla clausola della flessibilità, potrebbe tradursi in una "futura restrizione fiscale", che impone un'accelerazione delle privatizzazioni ed un "repentino" calo del debito.

Fra le sfide poste all'Italia in termini di politica economica, il Fondo cita una riforma della contrattazione collettiva, che agganci i salari alla produttività, e la sospirata flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.

Il Fondo ha parlato anche delle problematiche del sistema bancario, affermando che i crediti deteriorati hanno trovato una stabilizzazione, ma pesano sui bilanci, rendendo fragile il sistema. Di qui, la ricetta del consolidamento del sistema bancario che possa portare a banche più efficienti e solide.

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