(Teleborsa) -
La Brexit continua a produrre delle conseguenze di stampo politico, prima ancora che economico (per quelle ci vorrà un po'). Il partito del conservatori è alle prese con la nomina del
sostituto di David Cameron,
che si è dimesso all'indomani del voto.
L'ex sindaco di Londra Boris Johnson ha lasciato tutti di sasso, affermando
"non mi candido alla leadership dei Tory". "Sono arrivato alla conclusione che il nuovo leader non posso essere io", ha aggiunto, senza dare altre spiegazioni.
Fra i candidati alla guida dei conservatori
è spuntato il ministro della Giustizia britannico, Michael Gove, anche se la candidata con
più chance resta
Theresa May, che ha promesso di rispettare la volontà popolare ed attuare la Brexit.
Frattanto, la
Commissione europea ha confermato che l'unico modo per uscire dall'UE è ricorrere all'
articolo 50 del Trattato, dunque solo Londra potrà notificare la richiesta.
Quanto alle ripercussioni di carattere economico, l
'FMI è tornato in campo ribadendo la necessità di rafforzare le banche. La Bank of England dal canto suo prepara la sua ancora di salvataggio.
Il numero uno della banca centrale,
Mark Carney, confermando che la Brexit peggiora le prospettive economiche della Gran Bretagna ha promesso
nuove misure di allentamento monetario prima dell'estate.