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I massacratori dei 9 italiani e degli altri 13 ostaggi tutti bengalesi di famiglie agiate

Le immagini dei terroristi diffuse dall'Isis sul web. Per il Ministero degli Esteri di Dacca non vengono dall'Iraq o dalla Siria

I massacratori dei 9 italiani e degli altri 13 ostaggi tutti bengalesi di famiglie agiate
(Teleborsa) - Tutti bengalesi, molto giovani, e appartenenti a famiglie benestanti i componenti del gruppo armato autore a Dacca dell'assalto al ristorante Holey Artisan Baker che poi hanno barbaramente trucidato i 9 italiani e le altre 13 persone prese in ostaggio mentre cenavano. Le immagini degli assalitori diffuse in rete dall'Isis. Il Ministero degli Esteri del Bangladesh, contrariamente al passato, non ha infatti escluso che si possa esser trattato di un'azione sanguinosa condotta da eletti locali ma ispirata e coordinata dall'Isis. il Vice Ministro di Dacca, MD Shahidul Haque, ha esplicitamente ammesso che "gli autori non vengono dall'Iraq o dalla Siria, sono giovani bengalesi, molti dei quali colti, con buone prospettive ed appartenenti alla classe media del Paese".

Circostanza peraltro confermata dall'ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque. Shahidul Hoque ha precisato che cinque dei sei terroristi uccisi dalle forze di sicurezza militavano certamente in un gruppo che le forze dell'ordine nazionali stavano cercando di arrestare da tempo. "Li abbiamo cercati in molti luoghi in tutto il Paese - ha precisato l'ispettore - ed ora sono stati uccisi qui". Da quando sono cominciati gli omicidi di stranieri, intellettuali e membri di minoranze religiose in Bangladesh, il governo ha sempre sostenuto che gli autori degli omicidi erano militanti fondamentalisti locali. Intanto sono stati proclamati due giorni di lutto nazionale per commemorare le vittime.

Nelle ore precedenti, il Ministro dell'Interno, Asaduzzaman Khan, aveva invece negato, come del resto sempre anche in passato, un coinvolgimento diretto dell'Isis, sostenendo che si tratta soltanto di "membri di Jamaeytul Mujahedeen Bangladesh", un gruppo jihadista bandito nel Paese da oltre un decennio. Il ministro continua a sostenere che "non c'è alcun legame con lo Stato islamico", nonostante l'Is abbia rivendicato l'azione compiuta dal commando armato. Un atteggiamento negazionista, allo scopo di non dissuadere il mondo imprenditoriale dall'investire nel Paese. investimenti di cui il Governo di Dacca ha disperato bisogno per superare lo stato di grande povertà generalizzata attualmente presente.

Il governo del Bangladesh nega da tempo, infatti, la presenza di qualunque gruppo jihadista nel paese, in particolare di membri dello stato islamico, ma anche Al Qaida. Khan ha invece confermato che tutti gli attentatori di Dacca erano istruiti e provenivano da famiglie agiate. "Si tratta di giovani uomini che hanno studiato e frequentato l'università. Nessuno di loro veniva da una madrassa", ha commentato.

Un aereo con a bordo personale dell'Unità di crisi della Farnesina e dello staff della presidenza del consiglio, partito ieri pomeriggio da Roma, è intanto già a Dacca. Dovrebbe essere raggiunto in Bangladesh da un quadrimotore C 130J dell'Aeronautica Militare Italiana con il compito di riportare in Patria le nove bare con i resti degli imprenditori vittime del massacro.







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