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PIL, Prometeia e analisti UBS tagliano le stime dell'Italia causa Brexit

Economia
PIL, Prometeia e analisti UBS tagliano le stime dell'Italia causa Brexit
(Teleborsa) - La Brexit come previsto avrà impatti negativi sulla crescita economica dell'Itala e dell'Eurozona, di cui economisti ed analisti riducono le stime sul PIL, in seguito agli effetti prodotti dall'esito del referendum per l'uscita della Gran Bretagna dall'UE.

Gli analisti di UBS hanno limato le stime di crescita dell'Italia, indicando un PIL a +0,9% quest'anno ed il prossimo, a fronte delle stime precedenti che indicavano un +1,1% nel 2016 e +1,2% nel 2017.

Citando le pressioni sugli spread, gli analisti della banca elvetica hanno affermato che dovrebbero essere attutite dagli interventi della BCE, ma resterebbero comunque rischi al rialzo.

Anche gli economisti di Prometeia hanno tagliato le stime sul PIL, indicando una crescita dello 0,8% nel 2016 anziché dell'1% e dello 0,9% per il 2017 invece che dell'1,1%. Nel 2018 l'Italia accelererà e vedrà una crescita dell'1% anche se ad oggi il PIL italiano è ancora inferiore di otto punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi. La causa del taglio delle previsioni è sempre l'incertezza politica, che rischia di deprimere i prezzi delle attività finanziarie con impatti negativi sull'economia reale.

Prometeia ha anche quantificato l'effetto della Brexit, escludendo una recessione del Regno Unito, ma misurando l'impatto negativo in 2,3 punti di PIL nel 2016 e 2017: dimezzate le stime del 2016 da +1,8% a +0,9% e tagliate quelle per il 2017 da +1,8% a +0,4% e per il 2018 da +2,3% a +1%.

L'Italia invece avrà un impatto negativo dalla Brexit pari a 0,7 punti di PIL in un arco temporale esteso al 2019, poiché gli effetti della Brexit si innesteranno su un quadro economico che è già in rallentamento. Secondo gli economisti, invece, sarà destabilizzante l'effetto di un no al referendum costituzionale, per le ricadute sulla politica economica italiana. Prometeia scommette al momento per una vittoria del sì, anche se le probabilità secondo le attuali stime demoscopiche danno sì e no alla pari con un 40% di indecisi.

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