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Da successo tecnico a primato commerciale, il vettore Vega tinge lo spazio di tricolore

L'industria spaziale italiana si conferma essere parte dell'elite anche dal punto di vista commerciale

Scienza e tecnologia
Da successo tecnico a primato commerciale, il vettore Vega tinge lo spazio di tricolore
(Teleborsa) - Nonostante la sensazione di modestia che suscita la situazione economica, qualche parte d'Italia riesce ancora a dare il meglio di sé e portare il nostro paese, letteralmente, sulle stelle. E' il caso dell'ELV S.p.A., European Launch Vehicle, al 70% della Avio S.p.A. ed al 30% dell'Agenzia Spaziale Italiana, che ha realizzato il nuovo vettore spaziale, Vega, in collaborazione con la francese Ariannespace. Si tratta di un successo tecnologico indubbio che si accompagna perfettamente ad uno commerciale visto l'esito positivo dello “show room”, tenutosi a Roma al Westin Excelsior di via Veneto, al quale hanno partecipato potenziali clienti provenienti da tutto il mondo, dal Brasile al Kazakistan, da Israele al Perù.

Vega
Ma cos'è Vega? Tecnicamente è un lanciatore di satelliti, un vettore, costruito al 70% dal consorzio italiano e per la restante parte dai francesi, a disposizione dell'ESA, Agenzia Spaziale Europea, per poter portare in orbita attorno alla Terra dispositivi spaziali.

Il successo di Vega, progetto che ha "spiccato il volo" il 13 febbraio 2012, è dovuto al fatto di essere estremamente flessibile. Infatti Vega può portare nello spazio carichi sotto le 2 tonnellate in orbite relativamente basse, polari ed eliosincrone, ma la peculiarità vincente, molto apprezzata, è quella di trasportare due o tre piccoli carichi contemporaneamente e posizionarli correttamente su orbite diverse. Una caratteristica questa pressoché unica e che ne determina il successo.

ESA
L'incontro di Roma, che prelude ad un prossimo tour in Silicon Valley, "in barba" ai concorrenti americani, unici assenti nell'evento romano, è stato l'occasione per riflettere sugli scenari che si prospettano per Avio, attualmente all'81% dell'equity fund inglese Cinven ed al 14% di Leonardo (Finmeccanica), e preconizzare futuri scenari borsistici ai quali il management dell'azienda guarda con interesse.

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