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La Uil conferma: calo della cassa integrazione non è frutto della fine della crisi

Economia, Welfare
La Uil conferma: calo della cassa integrazione non è frutto della fine della crisi
(Teleborsa) - Cassa integrazione in calo del 6,5% alla fine del primo semestre.

Lo dice il rapporto della UIL, che conferma un calo delle richieste di ore di cassa integrazione alla fine di giugno, ma mette anche in luce gli elementi "preoccupanti": la crescita della cassa straordinaria (+12,6%), che è l'unica in attivo, non risentendo del cambio di normativa in tema di ammortizzatori sociali, e l'aumento del numero medio mensile di lavoratori in cassa integrazione, che continua a mantenersi a livelli altissimi (338 mila unità di lavoro a zero ore).

Nel semestre, 8 regioni sono state interessate dall'aumento delle ore richieste di cassa integrazione, ma sono la Lombardia ed il Piemonte che assorbono il maggior quantitativo di ore (rispettivamente 64,4 milioni e 51,2 milioni di ore). In termini percentuali, invece, è la Valle d'Aosta che registra il più forte aumento (+56,8%), seguita dal Lazio (+36,5%). La maggior contrazione di cassa integrazione in Basilicata (-46,3%).

"Pur continuando a sostenere come non fosse questo il momento di cimentarsi in correttivi restrittivi rispetto a tali strumenti e in assenza di un sistema di politiche attive che possa permettere la ricollocazione di quanti fuoriescono dal mercato del lavoro - ha commentato il segretario confederale Guglielmo Loy - ciò che possiamo fare è proporre emendamenti che possano migliorare le tutele dei lavoratori sia in tema di ammortizzatori sociali che rispetto ad altri temi modificati dal Jobs Act.”

Loy ha poi ricordato che il calo delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato nei primi 5 mesi del 2016, annunciati ieri dall'INPS, "era in parte prevedibile, poiché dovuto al picco di avviamenti di fine 2015, periodo in cui era possibile usufruire dell’esonero totale dei contributi".

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