(Teleborsa) - Non si ferma il pugno duro di Erdogan che, dopo il
fallito golpe militare in Turchia, continua l'epurazione:
oltre 130 media sono stati chiusi.
Si tratta di 45 giornali, 23 radio, 16 tv e, 3 agenzia di stampa.
Le autorità turche, poi, hanno emesso un
mandato d'arresto nei confronti di 47 giornalisti del quotidiano
Zaman per presunti legami con la rete di Fethullah Gulen, accusato da Ankara di essere la mente del fallito golpe.
Intanto il Ministro dell'Interno fa sapere che gli
arresti per il tentativo di golpe nel paese
sono saliti a 15.846.
Dopo i fatti del golpe, il Consiglio di sicurezza nazionale (Mgk), ha preso una decisione "importantissima", quella di adottare lo stato di
emergenza per tre mesi in base all'articolo 120 della Costituzione.
Il colpo di stato è stato organizzato "da una minoranza, che rappresenta un’organizzazione terroristica che voleva imporre la propria volontà alla maggioranza del Paese", aveva spiegato Erdogan in un'intervista ad al Jazeera, aggiungendo che "potrebbero esserci altri Paesi coinvolti nel tentato golpe".