(Teleborsa) - La banca centrale australiana ha
ritoccato all'ingiù il costo del denaro dello 0,25% all'1,50% dall'attuale 1,75%. La decisione era attesa dagli analisti.
Il primo taglio dei tassi targato 2016, è avvenuto lo scorso maggio, deciso dal
governatore Glenn Stevens per combattere il
basso livello dell'inflazione e
un mercato del lavoro in peggioramento.
Dall'
Ufficio nazionale di statistica, intanto, giungono segnali poco incoraggianti. La
bilancia commerciale dell'Australia ha evidenziato a giugno un
deficit di 3,2 miliardi di dollari australiani, in peggioramento rispetto al disavanzo di 2,42 miliardi di maggio. Delusi gli analisti che si aspettavano un deficit commerciale in calo fino a 2 miliardi di dollari australiani. Nel dettaglio,
le esportazioni sono scese dell'1%, mentre
le importazioni sono salite del 2%.