Facebook Pixel
Milano 26-apr
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 26-apr
17.718,3 +1,65%
Dow Jones 26-apr
38.239,66 +0,40%
Londra 26-apr
8.139,83 +0,75%
Francoforte 26-apr
18.161,01 +1,36%

ESA addio a "Rosetta": countdown per l'impatto finale con la cometa 67P il 30 settembre

La sonda dell'Agenzia Spaziale Europea aveva raggiunto l'obiettivo dopo un viaggio di dodici anni attraverso il sistema solare

Scienza e tecnologia
ESA addio a "Rosetta": countdown per l'impatto finale con la cometa 67P il 30 settembre
(Teleborsa) - Il giorno X si sta avvicinando. Il 30 settembre terminerà la missione Rosetta dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea). Sarà un finale straordinario perché la sonda verrà fatta precipitare sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenk attorno alla quale è rimasta in orbita negli ultimi due anni. La missione sarebbe dovuta partire il 12 gennaio 2003 per raggiungere, invece, la cometa 46P/Wirtanen nel 2011. Tuttavia i progetti furono modificati quando l'Ariane 5, il vettore scelto per lanciare Rosetta, fallì un lancio l'11 dicembre 2002.

I nuovi programmi previdero il lancio il 26 febbraio 2004 e il raggiungimento entro lo stesso 2014 della cometa 67P. Dopo due lanci cancellati la missione Rosetta finalmente partì dal poligono spaziale di Kourou, nella Guiana francese, il 2 marzo 2004 alle 7:17 UTC (Universal Time Coordinated, l'ora del meridiano zero di Greenwich). Sebbene fosse cambiata la data del lancio lo scopo della missione restò lo stesso.

Di rilievo la partecipazione italiana alla missione Rosetta, con a bordo tre strumenti scientifici dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) il cui PI è il Dott. Fabrizio Capaccioni dell’IAPS (INAF Roma), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) il cui PI è la Dott.ssa Alessandra Rotundi dell’Università "Parthenope" di Napoli e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS del Prof. Cesare Barbieri dell’Università di Padova (PI Dr. Holger Sierks, MP Institute fur Sonnensystem). A bordo del lander, è inoltre italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni (SD2), realizzato da Galileo Avionica ed il cui PI è la Prof.ssa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano, e il sottosistema dei pannelli solari (Politecnico di Milano). L’Italia ha anche fornito manpower al Lander Project Team.

Una missione piena di sorprese: lacrime di gioia e ora anche un po' di tristezza nel dire addio alla sonda. Rosetta ha raggiunto la cometa il 6 agosto 2014, dopo un viaggio – dal suo lancio il 2 marzo 2004 – di dodici anni attraverso il sistema solare. Il 12 novembre 2014 il lander Philae è stato inviato sulla superficie della cometa con successo. All'inizio di questo mese Rosetta ha ritrovato Philae: era incastrato in una crepa della cometa.

"Siamo pronti per l'impatto finale sulla cometa, e ancora una volta, con la navicella-madre", spiega Paolo Ferri, Direttore delle operazioni spaziali della missione Rosetta presso l'ESA. "La navicella spaziale non è stata progettata per un impatto dunque non sopravviverà di sicuro, non c'è dubbio", racconta Andrea Accomazzo, Direttore di Volo ESA per la missione Rosetta. Per lo scienziato Matt Taylor il punto scelto per l'impatto è una vera miniera d'oro per la scienza.

L'impatto sulla cometa è previsto per il 30 settembre, giorno in cui Rosetta entrerà in rotta di collisione deliberata. "Guardiamo com'è fatta una cometa: sul capo troviamo questa zona chiamata Ma'at, che è piuttosto interessante perché è una parte molto attiva; in particolare su questo lato ci sono due aree, che noi chiamiamo pozzi o fori che producono gas e polveri. Ecco, l'idea è quella di far atterrare Rosetta il più vicino possibile a questi buchi", ci racconta l'ingegnere Armelle Hubault, anche lei parte dello staff della missione.

Grazie a un team di scienziati molto esperti, la sonda ha resistito 12 anni nello spazio. Ma ora il lavoro diventa davvero difficile: "La struttura di un satellite è molto leggera e fragile. In particolare, Rosetta non è stata assolutamente concepita per resistere alla gravità, si tratta di un satellite in orbita attorno a una cometa, un piccolo corpo debole. Al momento dell'impatto Rosetta verrà schiacciata, i pannelli solari e l'antenna saranno appiattiti sulla superficie della cometa, resterà li per sempre, perché non c'è modo per farla uscire dalla cometa stessa", conclude l'ingegnere Hubault.

Dunque "Game-over", ovvero missione terminata. Ma le ultime ore della discesa daranno a Rosetta un'occasione unica per fare molte misurazioni, compreso analizzare gas e polvere il più vicino possibile alla superficie, scattando immagini ad alta risoluzione. "Lo scenario attuale, una visione da circa 20 km sopra la cometa fino alla superficie, è fantastico. Ci fornisce un profilo unico della cometa, dell'atmosfera esterna fino alla superficie. Questo è qualcosa che non abbiamo mai avuto sotto gli occhi prima d'ora", prosegue lo scienziato Matt Taylor.

Rosetta invierà le immagini ad alta risoluzione delle parti più interessanti della cometa, indizi da mettere insieme per risolvere le questioni chiave sull'origine e l'evoluzione della cometa, o il suo posto nel sistema solare primordiale. "Queste zone della cometa, il retro e la testa, sono delle grandi cavità di decine di metri, fino a centinaia di metri. Dentro ci sono detriti. Dunque pensiamo che siano fondamentali per capire le attività della cometa. Anche le pareti laterali della struttura interna possono rivelare aspetti fondamentali su come è, ed era, composta la cometa, in base a diverse scale di misurazione. Vogliamo ottenere immagini ad alta risoluzione da alcuni metri fino a decine di metri di profondità. Questo sarà il nostro ultimo obiettivo: esaminare le pareti laterali di uno di quei pozzi poco prima dell'impatto finale", ci spiega nei dettagli Taylor.

Per Rosetta sono così giorni cruciali, l'ambiente imprevedibile della cometa e la lontananza della sonda dal sole sono la più grande sfida per lo staff della missione. "Quando si vola molto vicino alla superficie della cometa il rischio più grande è quello di avere problemi nella navigazione, ovvero prevedere dove Rosetta sarà effettivamente intorno alla cometa. Quello che stiamo facendo ora tecnicamente è molto più ambizioso rispetto a quando siamo atterrati con Philae", fa notare Accomazzo.

Senza contare che nella discesa finale non ci sarà il tempo per effettuare cambiamenti. Il team potrà solo prendere i dati e incrociare le dita. "Se saremo fortunati avremo il segnale fino alla fine. Non sappiamo quale parte del veicolo spaziale toccherà la superficie. Potrebbe essere che avvenga prima l'impatto di un pannello solare, e questo potrebbe creare problemi alla navicella. Potremmo perdere il segnale. Sarà un po' difficile prevedere gli ultimi minuti - spiega il Professor Paolo Ferri, Direttore delle operazioni della missione Rosetta presso l'ESA - e infine, quando sarà sulla superficie, perderemo il segnale. Il veicolo spaziale sarà programmato per questo, perché non vogliamo lasciare un'astronave attiva sulla cometa, cosa che potrebbe creare interferenze alla radiofrequenza. Sarà la fine della missione".

Una missione, quella di Rosetta, che ha entusiasmato tutti, addetti ai lavori e non. Sono stati raggiunti importanti traguardi tecnici e scientifici nel campo dell'esplorazione spaziale. Ora non resta che aspettare il D-Day: il giorno del grande finale.

Condividi
```