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Scuola, Legge di Stabilità deludente: lunedì 14 novembre sciopero nazionale Anief

Per l’intera giornata di lunedì 14 novembre è stato indetto lo sciopero nazionale, con contestuale manifestazione in piazza Montecitorio

Economia, Scuola, Welfare
Scuola, Legge di Stabilità deludente: lunedì 14 novembre sciopero nazionale Anief
(Teleborsa) - Preso atto dell’ennesima Legge di stabilità deludente, priva di provvedimenti di rilancio dell’istruzione pubblica, il popolo della scuola dice basta: per l’intera giornata di lunedì 14 novembre è stato indetto lo sciopero nazionale, con contestuale manifestazione in piazza Montecitorio. Ad organizzare la giornata di sciopero e la contestazione di piazza a Roma è il sindacato Anief, secondo cui la legge di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri ha confermato la mancanza di volontà da parte del Governo di rimediare agli innumerevoli errori contenuti nella riforma della scuola, la Legge 107/2015, e di tornare a valorizzare il personale della scuola, docenti e Ata, a cui invece ancora una volta si nega uno stipendio dignitoso, almeno pari al costo della vita, dopo quasi sette anni di un indegno blocco contrattuale.

“Mai motivi del dissenso avevano raggiunto una consistenza così forte come quella di oggi - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - : si va dalla mancata stabilizzazione di oltre 100mila docenti abilitati e Ata con lungo servizio alle spalle, a cui si continua a mancare di rispetto, ad un blocco del contratto che viola contemporaneamente la Costituzione, il diritto europeo e le sentenze dei tribunali, fino ad un precariato professionale allargato a tutto il personale, dal momento in cui sono stati istituti gli ambiti territoriali con la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici”.

“È giunta l’ora – continua Pacifico - di dimostrare sul serio, con i fatti e non solo con le parole, che si intende valorizzare e riconoscere la giusta retribuzione a chi si occupa dell’educazione dei nostri figli, stanziando risorse economiche adeguate. Come in Germania, dove fin dall'inizio della carriera gli stipendi sono il doppio ed è possibile andare in pensione con quasi con la metà del servizio”.
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