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Pensioni, Boeri boccia l'Ape social: non conviene

Per il Presidente Inps nel lungo periodo il debito pensionistico potrebbe aumentare di 20 miliardi

Economia
Pensioni, Boeri boccia l'Ape social: non conviene
(Teleborsa) - L'Ape social non conviene. La bocciatura arriva dal Presidente dell'Inps Tito Boeri, che sottolinea come la manovra economica rischi con gli interventi sulle pensioni di spostare il peso sulle generazioni future aumentando nel lungo periodo il debito pensionistico di 20 miliardi, affermando che l'Ape volontaria (il prestito pensionistico ventennale per uscire dal lavoro prima dell'età di vecchiaia a carico del lavoratore) sia poco conveniente. In particolare sottolinea come si sia decisa un'ottava salvaguardia degli esodati dicendo che è l'ultima mentre si sente già "il tam tam" della nona.

Il presidente dell'Inps si dice favorevole all'abolizione delle ricongiunzioni onerose tra le diverse gestioni previdenziali e sottolinea che è auspicabile una maggiore flessibilità nell'accesso alla pensione. Ma avverte: tra estensione e aumento della quattordicesima, Ape social e intervento sui lavoratori precoci il costo può salire fino a 20 miliardi. Una spesa che rischia di arrivare a 44 miliardi se dopo il 2018 si decidesse di rendere le misure da sperimentali a definitive consentendo l'uscita anticipata ad altre migliaia di persone.

In relazione all'intervista del presidente Boeri, pubblicata sul 'Corriere della Sera', l'Inps chiarisce che il debito pensionistico è un indicatore il cui ammontare non è rilevante nell'attuale sistema di regole di finanza pubblica. Dato che guarda al lungo periodo, un calo del debito può essere anche compatibile con un aumento del disavanzo per alcuni anni. L'impatto sulla finanza pubblica e sulle regole fiscali nel breve periodo delle proposte contenute in legge di bilancio viene esposto dalle relazioni tecniche di accompagnamento, alla cui realizzazione l'Inps ha collaborato e che saranno valutabili solo quando la manovra arriverà in Parlamento.

Ai fini della sua stima, il debito pensionistico è definito come l'insieme dei pagamenti, al netto dei contributi versati, delle generazioni di lavoratori e pensionati attuali e future. Il debito pensionistico si distingue dal debito pubblico perché non implica ancora degli impegni di natura finanziaria. Si definisce come debito implicito perché, in linea di principio, è possibile per un governo intervenire sui regimi pensionistici prima di tradurre le politiche in obblighi finanziari. Infine, trattandosi di flussi finanziari di lungo periodo (75-80 anni), le stime sono soggette a frequenti revisioni legate all'andamento demografico, alla crescita economica e alle altre variabili sottostanti.
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