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Papa Francesco: "Preghiamo per i bambini nei barconi e sotto le bombe"

Papa Francesco: "Preghiamo per i bambini nei barconi e sotto le bombe"
(Teleborsa) - Un' omelia che guarda alla drammatica attualità quella pronunciata da Papa Francesco la notte scorsa durante la Messa a San Pietro, la quarta del suo pontificato, che condanna la corsa sfrenata ai regali e al consumismo e mette al centro i più fragili e i più indifesi: i bambini migranti, e quelli che lo passeranno sotto le bombe, con particolare riferimento alla carneficina che si sta consumando in Siria dove i bimbi intrappolati ad Aleppo rischiano, in migliaia, la morte.

TROPPI BAMBINI IN UN BARCONE E SOTTO LE BOMBE - "Lasciamoci interpellare dal Bambino nella mangiatoia, ma lasciamoci interpellare anche dai bambini che, oggi, non sono adagiati in una culla e accarezzati dall’affetto di una madre e di un padre, ma giacciono nelle squallide mangiatoie di dignità: nel rifugio sotterraneo per scampare ai bombardamenti, sul marciapiede di una grande città, sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti.

DIO STA IN MEZZO AGLI ULTIMI - Dio sta tra gli ultimi, in mezzo agli emarginati. Un duro monito quello del Santo Padre che rimette al centro un messaggio di fratellanza: "Se vogliamo festeggiare il vero Natale contempliamo questo segno: la semplicità fragile di un piccolo neonato, la mitezza del suo essere adagiato, il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. Lì sta Dio. Con questo segno il Vangelo ci svela un paradosso: parla dell’imperatore, del governatore, dei grandi di quel tempo, ma Dio non si fa presente lì; non appare nella sala nobile di un palazzo regale, ma nella povertà di una stalla; non nei fasti dell’apparenza, ma nella semplicità della vita; non nel potere, ma in una piccolezza che sorprende. E per incontrarlo bisogna andare lì, dove Egli sta: occorre chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli".

NATALE OSTAGGIO DELLA MONDANITA' - Il Pontefice ha, infine, esortato i fedeli a sottrarsi alle dinamiche di un consumismo sempre più sfrenato che ci allontana in modo pericoloso dal vero senso delle festività. Occorre "lasciare le illusioni dell’effimero per andare all’essenziale" e tornare a vivere il Natale come una festa in cui i "protagonisti siamo noi e non Lui", vero e unico centro.
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