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La Fed valuta l'effetto Trump. Tassi potrebbero salire più rapidamente

I verbali dell'ultimo incontro di dicembre 2016 mettono in luce le "incertezze" sul futuro, derivanti dall'insediamento di Trump e dalla direzione della politica economica. Possibile un aumento dei tassi meno graduale del previsto

Economia
La Fed valuta l'effetto Trump. Tassi potrebbero salire più rapidamente
(Teleborsa) - Tassi d'interesse USA visti in rialzo più velocemente del previsto, a causa di una politica fiscale ed economica fortemente espansiva, che rischia di "accendere" l'inflazione. E' questo il maggior indizio emerso dai verbali dell'ultimo incontro del Federal Open Market Comittee, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, tenutosi il 13-14 dicembre 2016.

In quell'occasione, la Fed aveva alzato i tassi di 25 punti base, portandoli in una banda di oscillazione dello 0,5-0,75%, per la prima volta in un anno. Il precedente aumento risale infatti al dicembre 2015 e rappresentava il primo rialzo dal lontanissimo 2006.

Il rapporto pubblicato ieri sera, 4 gennaio 2017, ha messo in luce una certa preoccupazione dei banchieri centrali statunitensi, in relazione alle incertezze sulla direzione futura della politica economica del governo. E' l'effetto Trump. L'elezione imprevista del tycoon della finanza newyorkese, non un politico, ma un uomo d'affari, gli slogan della campagna elettorale a favore del protezionismo e di una riduzione generalizzata delle tasse di stampo reaganiano potrebbero avere impatti determinanti anche sulla direzione della politica monetaria della Fed.

C'è però grande incertezza sul "se" e "in che misura" queste politiche saranno attuate dal nuovo Presidente Trump, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio prossimo. Frattanto, qualche effetto della sua politica protezionistica si è iniziato a vedere nell'industria dell'auto, con Ford che ha ritirato un investimento programmato in Messico, mandando a picco il peso messicano.

L'incertezza relativa alla futura politica economica, in realtà, era stata già messa in luce dalla Presidente Janet Yellen, parlando di "nuvola di incertezza" nella conferenza stampa seguita all'incontro del FOMC di dicembre, ma la banchiera a capo della Fed aveva dato voce anche ad un certo ottimismo sul futuro dell'economia americana.

Perché la politica fiscale espansiva di Trump potrebbe cambiare la tempistica sui tassi USA? Il problema riguarda l'inflazione, che già ha dato segnali di "risveglio" in autunno, incentivando la Fed a concretizzare il primo aumento dei tassi in un anno. Tuttavia, una politica economica incentrata su un taglio delle tasse, un aumento degli investimenti, la creazione di più posti di lavoro, l'incentivazione della domanda interna potrebbe alimentare una crescita più forte del previsto nel 2017 ed innescare una spirale al rialzo dei prezzi, costringendo la Fed ad agire velocemente.

Tutto questo però non è certo, nessuno sa come si muoverà Donald Trump e questo rende più difficile alla Fed dare segnali chiari ai mercati, sulla direzione e sulle tempistiche dei tassi. Precedentemente, erano segnalati almeno tre rialzi nel corso del 2017, ma quella previsione era incentrata su determinate previsioni di crescita e di inflazione formulate dall'ufficio economico della Fed. Se il quadro dovesse cambiare, la banca centrale americana sarebbe costretta ad agire più rapidamente per evitare gli effetti collaterali di un'inflazione troppo elevata.

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