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La tragedia dell'hotel Rigopiano: estratte 8 persone vive, si scava per trovare altri superstiti

Proseguono le operazioni di soccordo all'Hotel di Rigopiano. Trovate vive 8 persone dopo 48 ore, di cui 2 mambini. Le ultime estratte una donna ed una bambia, che si trova in condizioni gravi di salute. Si scava per trovare altri superstiti con l'handicap dell'aumento delle temperature

Ambiente, Clima
La tragedia dell'hotel Rigopiano: estratte 8 persone vive, si scava per trovare altri superstiti
(Teleborsa) - Ancora buone notizie dall'Hotel di Rigopiano, investito da una valanga mercoledì scorso. Nelle 48 ore successive alla tragedia sono state trovate vive 8 persone, di cui almeno 2 bambini, ma restano ancora decine di dispersi e si scava affannosamente per trovarli ancora vivi.

Le ultime estratte una donna ed una bambina, che sarebbe in gravi condizioni ed è stata trasportata in elicottero all'ospedale de L'Aquila. Lça donna è a Pescara. I corpi estratti morti restano fermi a 3 mentre proseguono le operazioni di soccorso dei sopravvissuti. In realtà, la tregua del maltempo ha i suoi pro ed i contro, in quanto il conseguente innalzamento delle temperature avrebbe fatto appesantire la neve e renderebbe più difficoltoso scavare.

Benché siano trascorse molte ore, c'è ancora speranza di trovare in vita qualcuno degli si ospiti dell'hotel Rigopiano. Il Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, non si stanca di ripetere che "si scaverà anche questa notte notte". Anche se dall'immenso cumulo di neve che ha invaso stanze e corridoi addirittura spostando la struttura di diversi metri non giunge alcun segno che possa indurre a un qualche se pur cauto ottimismo.

I soccorritori giunti a fatica ai 1500 metri di altezza nel Comune di Farindola, provincia di Pescara, territorio nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove era stato costruito il "quattro stelle" concordemente definito dagli ospiti "hotel da sogno" con tanto di Spa e piscina all'aperto riscaldata, sono increduli dinanzi a uno spettacolo più che apocalittico. Si continua febbrilmente a scavare in ogni modo, utilizzando qualsiasi strumento e mezzo a disposizione, rimuovendo la montagna di detriti anche con le mani. Tre finora i corpi estratti senza vita dalla neve, un quarto "localizzato" ma non recuperato.

Non si sa bene quante persone si trovassero nell'albergo al momento della valanga. Dai conti di chi c'era ed è scampato alla tragedia sembrerebbe che 25 persone manchino all'appello, ma c'è chi dice che siano 34 se non 35. Assieme a sconcerto e dolore regnano confusione e incertezze. Fermo a 2 anche il numero degli scampati, Giampiero Parete e Fabio Salzetta. Sono stati loro a lanciare l'allarme tramite Whatsapp, e li per li quasi non sono stati creduti.

Si trovavano, infatti, all'esterno della struttura al momento della valanga. Parete ospite con la famiglia, Salzetta lavorava nell'albergo come manutentore. Si sono salvati rifugiandosi all'interno di un'auto. Entrambi tutto sommato stanno bene, anche se Giampiero Parete era stato trovato dai soccorritori in preda a ipotermia, poi risolta in ospedale.

Date le condizioni divenute insostenibili per l'incredibile massa di neve caduta, tutti gli ospiti avevano deciso di andarsene e avevano già saldato i conti. Aspettavano l'arrivo degli spazzaneve che permettessero alle loro auto di muoversi e di tornare a valle. E mentre aspettavano ansiosi e impazienti, da 2400 metri di quota sul monte Siella si è staccato una colossale massa di neve che ha formato un fronte largo 300 metri, precipitando per oltre un chilometro verso il basso sradicando nella sua corsa verso il basso un intero bosco, abbattendosi con forza inaudita sull'albergo.

I primi a raggiungere all'alba della scorsa mattina la zona del disastro sono stati quattro alpinisti del soccorso alpino emiliano partiti inforcando gli sci dal versante aquilano del Gran Sasso. La neve caduta in precedenza e la valanga avevano infatti interrotto tutti gli accessi al Rigopiano. E con l'avanzare del giorno, a mano a mano, e a fatica, il gruppo dei soccorritori si è progressivamente infoltito. Spazzaneve, turbine, pale meccaniche, trattori sono riusciti a raggiungere l'albergo per l'abilità e il coraggio di chi li ha condotti.

Ed è così cominciata la ricognizione all'interno dell'edificio, devastato e quasi completamente ostruito da detriti e neve divenuta blocco di ghiaccio.

"L'intervento all'hotel Rigopiano è ai limiti del possibile", spiega il Capo della Protezione Civile, sottolineando anche il pericolo a cui sono esposti i soccorritori. "Abbiamo parlato con tutti gli operatori sul territorio - dice Curcio - e l'idea è supportare chi sta lavorando sul posto. E' uno scenario critico. I tecnici definiranno cosa fare anche in base a quelle che sono le condizioni: con il giorno c'è un certo livello di sicurezza, mentre la notte quelle condizioni cambiano. Cercheremo di fare il possibile anche questa notte".

Al Palazzetto dello Sport di Penne, dove è stato allestito il punto di raccolta del Centro operativo comunale per accogliere e assistere i parenti di chi si trovava all'hotel Rigopiano, Fabrizio Curcio presiede il vertice sulle operazioni di soccorso assieme al viceprefetto di Pescara, Carlo Torlontano, che si svolge praticamente senza soluzione di continuità.

La tragedia dell'hotel Rigopiano ha distolto momentaneamente l'attenzione generale dal dramma di centinaia di migliaia di persone dell'ampia zona dell'Abruzzo e dell'alto Lazio colpita dall'incredibile serie di scosse di terremoto, costretta ormai da troppe ore a condizioni disumane di vita, nel gelido freddo, senza valido riparo, quasi prive di cibo, immerse nelle neve a rischio assideramento. Uomini, donne, persone anziane, bambini. Molti paesi ancora isolati e senza energia elettrica.

Appunto 2 anziani sono morti a Brittoli, sempre nel pescarese. Per la mancanza di corrente avevano acquistato, per potersi riscaldare un piccolo generatore diesel, ma l'ossido di carbonio provocato dalla combustione li ha uccisi. E tanti, tanti animali "senza cure", allo sbando solitari per monti e campagne coperti dalla neve, sono ormai segnati dal più che probabile triste destino.




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