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Italia, immobili le retribuzioni contrattuali a giugno

Sono più di 5 milioni i lavoratori in attesa di rinnovo. In crescita i tempi di attesa

Economia, Macroeconomia
Italia, immobili le retribuzioni contrattuali a giugno
(Teleborsa) - Ferme le retribuzioni contrattuali orarie a giugno, mentre crescono i tempi di attesa dei rinnovi sul totale dei dipendenti.

Secondo l'Istat l’indice degli stipendi è invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,3% nei confronti di giugno 2016. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2017 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2016.

Con riferimento ai principali macrosettori, a giugno le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,5% per i dipendenti del settore privato (0,4% nell’industria e 0,5% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: estrazioni minerali e legno, carta e stampa (entrambi 1,7%); energia e petroli (1,5%); ed energia elettrica e gas (entrambi 1,5%). Si registrano variazioni nulle nei settori del commercio, dei pubblici esercizi e alberghi, dei servizi di informazione e comunicazione; delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Si registra una variazione negativa nel settore dell’acqua e servizi di smaltimento rifiuti (-1,5%).

Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine giugno sono 35 relativi a circa 5,3 milioni di dipendenti (41,3%) e in diminuzione rispetto al mese precedente (42,3%). L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 65,5 mesi, mentre l’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 27,0 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (25,5).

Nel periodo aprile-giugno sono stati recepiti sette accordi e nessuno è venuto a scadenza. Alla fine di giugno 2017 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 7,6 milioni di dipendenti (58,7% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato.

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