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Allarme clima, stato di calamità per 11 regioni italiane

Per Coldiretti serva una nuova cultura della prevenzione con misure ad hoc

Economia
Allarme clima, stato di calamità per 11 regioni italiane
(Teleborsa) - E’ stato di calamità in almeno 11 regioni italiane al termine di una estate segnata dalla caduta del 41% in meno di precipitazioni che si classifica come la quarta più siccitosa di sempre. Una estate che conquista il posto d‘onore per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003.

L'allarme arriva ancora una volta dall'associazione degli agricoltori Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che confermano l’anomalia climatica di quest’anno con oltre 125 mila ettari andati a fuoco fino ad ora, che sono praticamente il triplo rispetto alla media dei 10 anni precedenti e più di 2 miliardi di danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti dalla siccità.

Gli effetti dall’andamento climatico anomalo del 2017 si estendono dal campo alla tavola con il contenimento produttivo di tutti prodotti base della dieta mediterranea con il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve che – si sottolinea - è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno, mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10%, il raccolto di mele tagliato del 23% con punte del 60% in Trentino, la vendemmia è ridotta del 25% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni, forse addirittura inferiore all’annata pessima in termini quantitativi dello scorso anno con 182 mila tonnellate.

Il risultato è che si sta valutando la richiesta dello stato di calamità a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche in Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e nella Provincia autonoma di Trento.

Di fronte allo stravolgimento del clima, l'associazione consiglia che "è necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in un Paese che resta piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua che cadono annualmente, ma che, per le carenze infrastrutturali, ne trattiene solo l'11%".

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