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La ricchezza delle famiglie non vede la ripresa

Nel 2015 il patrimonio finanziario è sotto ai livelli pre-crisi. Cresce la disuguaglianza intergenerazionale, mentre quella territoriale è immutata

Economia, Welfare
La ricchezza delle famiglie non vede la ripresa
(Teleborsa) - La ripresa italiana non influisce sulla ricchezza delle famiglie, che è ancora lontana dai livelli fatti registrare nel periodo antecedente la crisi economica. Nel 2015, infatti, si registra una flessione dell’1,7% rispetto alla soglia di 4 mila miliardi registrata a fine a 2006, superata in Europa solo dalla Grecia (-18,4%).



Invece, rispetto a dieci anni fa, le famiglie tedesche sono più ricche di oltre 1.300 miliardi (+31,6%), quelle francesi di oltre 1.200 miliardi (+31,9%) e quelle britanniche di 1.900 miliardi di euro (+30%). Quelle di alcuni paesi dell’Europa dell’est (Bulgaria, Lituania, Slovacchia e Lettonia) hanno addirittura più che raddoppiato i volumi delle loro attività finanziarie.

Questa è la dura evidenza che emerge da uno studio di ImpresaLavoro, che mostra come la maggiore concentrazione patrimoniale risulti ancora nel Nord Ovest (scesa peraltro dal 35,2% del 2006 al 34,6% del 2014) e nel Nord Est (scesa dal 31,9% al 28,0%), mentre è rimasta sostanzialmente stabile nel Centro (dal 21% al 21,5%). Il Sud ha incrementato la sua quota (dall’8,5% all’11,2%), così come le Isole (dal 3,3% al 4,7%), ma insieme queste due ripartizioni totalizzano meno del 16% della ricchezza nazionale.

Se si prendono in considerazione le differenti classi anagrafiche si può osservare come i nuclei più abbienti siano quelli con un capofamiglia over 64 (negli ultimi dieci anni si passa dal 28,9% al 47,9%). Questa decresce peraltro con l’abbassamento dell’età: dal 24,5% per la fascia d’età 55-64 anni al magro 2,6% per le famiglie guidate da un under 34.
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