(Teleborsa) -
Economia italiana in contrazione nel 3° trimestre dell'anno. Lo certificano i dati definitivi del
PIL del 3° trimestre pubblicati oggi 30 novembre dall'
Istat, che indicano un
-0,1% rispetto al trimestre precedente.
Il dato definitivo evidenzia così un
peggioramento rispetto alla stagnazione indicata nella
stima preliminare (crescita zero) e si rivela sensibilmente
peggiore delle attese degli economisti che contavano su una crescita dello 0,2%.
La crescita tendenziale scende così allo 0,7% dallo 0,8% della stima preliminare e risulta
peggiore delle attese. Nel secondo trimestre la crescita su anno era molto più alta all'1,2%. Il dato certifica così che
l'economia italiana segna il passo dopo oltre tre anni di crescita ed appare sempre più lontana dal
trend medio registrato dall'Eurozona.
Il terzo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2017.
La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9% inferiore alle attese del Governo ed alle più recenti previsioni dei principali organismi economici sovranazionali, come
il Fondo Monetario e
l'OCSE.
Su trimestre pesano stagnazione consumi e calo investimenti
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni, con una riduzione dello 0,1% dei
consumi finali nazionali e dell’1,1% degli
investimenti fissi lordi. Il
commercio estero invece si conferma
in crescita, laddove le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente dello 0,8% e dell’1,1%.
La
domanda nazionale al netto delle scorte ha
sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del PIL, con un
contributo nullo per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) e per la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) e
negativo per 0,2 punti percentuali per gli investimenti fissi lordi.
La variazione delle
scorte ha fornito un
contribuito nullo alla variazione del PIL, mentre l’apporto della
domanda estera netta è risultato
positivo per 0,1 punti percentuali.
Bene Agricoltura mentre frenano Industria e Terziario
Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si registra un
andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell’agricoltura, cresciuto dell’1,6%, mentre quelli
dell’industria e dei servizi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,1% e dello 0,2%.