(Teleborsa) - E' un
Donald Trump che non ti aspetti: per una volta, infatti, il
Presidente Usa sembra mettere da parte la strada delle divisioni e del conflitto per percorrere quella del
dialogo. Sembra. Perchè dopo la
carota, servita su un piatto di parole al miele, arriva il
bastone.
Il muro comunque si farà, sottolinea il
Tycoon nel discorso sullo stato dell'Unione davanti al
Congresso e insiste anche sul ritiro delle truppe da Siria e Afghanistan.
SARA' ANCORA SHUTDOWN? - Alla scadenza del
15 febbraio, senza un accordo complessivo sulla sicurezza al confine col
Messico, il rischio è quello di un nuovo
shutdown che significherebbe una nuova
paralisi economica per il Paese. Del resto, subito dopo aver firmato il provvedimento che lo scorso 25 gennaio ha messo fine allo shutdown più lungo della storia Usa, andato avanti per oltre un mese, Trump aveva anticipato le sue intenzioni:
"Patto sulla costruzione del Muro o il 15 febbraio ci sarà un nuovo stop del governo".L'APPELLO DI TRUMP -
La mia agenda non è un'agenda repubblicana o democratica - ha continuato Trump -
ma è l'agenda del popolo americano. E insieme possiamo spezzare decenni di stallo politico, superare le vecchie divisioni, costruire nuove coalizioni, forgiare nuove soluzioni e sbloccare il futuro dell'America. La decisione è solo nelle nostre mani".Ancora pochi giorni e ne sapremo di più. Con il Presidente che sulla questione del muro ha ancora un
asso nella manica da giocare: potrebbe infatti dichiarare
l'emergenza nazionale per arrivare alla costruzione della barriera al confine del Messico senza il via libera del Congresso ai finanziamenti da
5,7 miliardi di dollari chiesti dalla Casa Bianca.