(Teleborsa) -
Contro la speculazione nel latte scende in campo l'Antitrust, che ha avviato un'
istruttoria sul settore, per verificare l'esistenza di "pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare" ed in particolare sul latte ovino destinato alla produzione di
pecorino romano DOP. Intanto, si arriva ad un
nulla di fatto nelle trattative governo-produttori sardi, dopo che il
tavolo aperto al Viminale ha avuto un esito negativo con la bocciatura della proposta avanzata dall'esecutivo.
L'Antritrust ha aperto un'istruttoria per verificare se il
prezzo del latte imposto dagli operatori del consorzio
Pecorino romano DOP sia al di sotto "dei costi medi di produzione". La protesta dei pastori sardi era partita infatti lo scorso weekend a causa del crollo del prezzo del latte al di sotto del costo di produzione, avendo raggiunto un livello di 44 centesimi al litro quello di capra e 55 centesimi quello di pecora.
Il procedimento avviato dall'AGCM nei confronti del
Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano e di
trentadue imprese di trasformazione ad esso aderenti - tutti con sede in Sardegna - intende appurare se vi siano state pratiche commerciali irregolari e lesive della concorrenza, utili a consolidare uno
squilibrio nei rapporti commerciali tra i caseifici e gli allevatori, individuando nei
pastori sardi la parte debole del rapporto in funzione della natura deperibile del latte e delle caratteristiche degli allevamenti,
Fallite le trattative aperte dal vicepremier Matteo Salvini al Viminale martedì scorso 12 febbraio, giorno in cui la protesta degli allevatori era sfociata a Montecitorio. Il
tavolo governo-produttori, cui era presente anche la
Regione Sardegna, è stato
sospeso dopo alcune ore poiché la
proposta avanzata dall'esecutivo di aumentare il prezzo a
70 centesimi subito e ad 1 euro fra tre mesi è stata
bocciata perché ritenuta insufficiente. La proposta attinge ad una dotazione di
44 milioni di euro, messi a disposizione da Ministero dell’Interno, MIPAAF, Regione e Banco di Sardegna per il ritiro delle forme di formaggio in eccedenza.
E così il tavolo è stato aggiornato a sabato, 16 febbraio, direttamente
in Sardegna, nella speranza di trovare un accordo. L'idea dei pastori ed anche dello stesso Salvini sarebbe quella di ottenere da subito almeno 1 euro.
Una soluzione volta a sciogliere il nodo sul prezzo, che non è riuscita a mettere d'accordo le parti chiamate in causa, convocate nuovamente il prossimo sabato in Sardegna.