(Teleborsa) -
80 centesimi subito, 1 euro a regime: questa la controproposta dei pastori sardi che rispondono, dunque, alla proposta del tavolo di confronto di alzare il prezzo del
latte a 72 centesimi. Lo prevede la
bozza di accordo sul prezzo del latte ovino presentata all'assemblea degli allevatori dal Movimento dei pastori sardi e approvata per alzata di mano. La
controproposta arriva dopo il tavolo di sabato scorso con il Ministro delle Politiche Agricole
Gian Marco Centinaio e prevede una griglia con garanzie stringenti per arrivare a un
euro a fine stagione.
La bozza di riforma del sistema lattiero caseario, composta da 12 punti e studiata dai pastori insieme a un gruppo di "tecnici", prevede le "dimissioni volontarie ed irrevocabili di tutti i membri dei consigli di amministrazione del Consorzi di tutela del Pecorino Romano Dop, del Pecorino Sardo Dop e del Fiore Sardo Dop". Nel documento i pastori contestano alle amministrazioni dei consorzi
"incapacità di tutelare e vigilare sulla produzione e sui livelli produttivi del prodotto finito; assenza di partecipazione dei soci conferitori di latte (soprattutto conferitori di latte e industriali) all’attività sociale; scarsa trasparenza nel consiglio di amministrazione e nella documentazione dei singoli produttori di latte depositata presso il consorzio".SI DIMETTE PRESIDENTE CONSORZIO - E le dimissioni richieste dall'assemblea sono arrivate. "Il 22 febbraio scade il mio mandato, ho già provveduto a rassegnare le dimissioni in coerenza con il mandato assegnato dal Cda". Lo ha annunciato, con un post su Facebook,
Salvatore Palitta, Presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano.
COLDIRETTI, ORA ATTO DI RESPONSABILITA' - Ora che si è dimesso il Presidente del Consorzio, gli industriali colgano la nuova offerta dei pastori per garantire un prezzo del latte iniziale adeguato ai costi di produzione con una clausola che assicuri di raggiungere l'obiettivo di un euro in tempi certi. Lo dice Coldiretti in riferimento alla controproposta dei pastori che accoglie positivamente le dimissioni di Palitta
"poichè è evidente il fallimento dell'attuale gestione del Consorzio del Pecorino che va quindi completamente ripensato con l'ingresso nell'amministrazione dei pastori ai quali vanno assegnate le quote di produzione".