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Cantiere Ponte Morandi, l'Antimafia blocca un'impresa

Prima interdittiva antimafia per la ricostruzione del ponte, sotto accusa la Tecnodem di Napoli, ritenuta permeabile alla mafia

Economia, Trasporti
Cantiere Ponte Morandi, l'Antimafia blocca un'impresa
(Teleborsa) - Prima interdittiva antimafia per la ricostruzione del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 a Genova. La DIA di Genova ha notificato il procedimento alla Tecnodem di Napoli ritenuta permeabile alla criminalità organizzata: a seguito della notizia, il commissario per la ricostruzione Marco Bucci ha annunciato la risoluzione del contratto.

L'azienda si occupa di demolizione di materiale ferroso e partecipa alla ricostruzione del viadotto genovese da febbraio quando è stata inserita tra le ditte subappaltatrici per la demolizione e la bonifica di impianti tecnologici per 100mila euro. Il committente è Fratelli Omini.

Amministratrice e socio unico è Consiglia Marigliano, senza esperienze professionali di settore, consuocera di Ferdinando Varlese, pregiudicato napoletano domiciliato a Rapallo, dipendente della società. Tra le condanne di Varlese spicca quella della Corte d'appello di Napoli (1986) per associazione a delinquere che rivela rapporti con il clan Misso-Mazzarella-Sarno, dell'organizzazione camorristica "Nuova Famiglia" con boss Michele Zaza e il nipote Ciro Mazzarella, e una del 2006 che testimonia rapporti con il clan D'Amico.

"Grazie alla Dia di Genova. È la dimostrazione che i controlli di legalità sul grande cantiere funzionano anche con procedure estremamente snelle e semplificate. Andiamo avanti per il nuovo ponte sul Polcevera in trasparenza, efficienza e rapidità", è il commento del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli affidato a Twitter.
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