(Teleborsa) - Prezzi del petrolio di nuovo in fiamme in scia alle
tensioni tra USA e Iran in merito agli
attacchi ai giacimenti e ai siti di lavorazione del colosso Saudi Aramco negli Emirati Arabi, la scorsa settimana, attribuiti a Teheran che nega.
Il
WTI del Texas avanza dell'1,07% a 58,75 dollari al barile mentre il
Brent del Mare del Nord guadagna quasi 5 punti percentuali a 63,61 dollari dopo essersi spinto vicino la soglia dei 65 dollari.
Ad alimentare la corsa delle quotazioni di oro nero sono le preoccupazioni degli investitori in merito ai livelli di offerta globale e al potenziale di interruzioni future.
La Gran Bretagna considera l'Iran responsabile dell'attacco alle strutture petrolifere saudite ed ha fatto sapere che
lavorerà con gli Stati Uniti e l'Europa per una risposta congiunta. "Lavoreremo con i nostri amici americani e i nostri amici europei per costruire una risposta che tenti di eliminare le tensioni nella regione del Golfo", ha affermato il
primo ministro di Londra, Boris Johnson.