(Teleborsa) - La
Capitale rimane la
terz'ultima città italiana per
pressione fiscale. Roma, infatti non schioda dal suo triste primato, seguita da
Bologna e Reggio Calabria.
Il
"Tax Free Day" quest'anno è caduto dieci giorni prima rispetto allo scorso anno e, dunque, il
1° settembre 2019. Con tale termine si intende il
giorno in cui l’imprenditore si libera del peso fiscale. Si tratta, dunque, dell’ultimo giorno di lavoro necessario per creare il reddito utile per assolvere i suoi impegni con il fisco. Dal giorno successivo, invece, l’imprenditore inizia a produrre reddito per sé e per la propria famiglia.
Secondo i dati elaborati dalla
CNA Nazionale, attraverso l'Osservatorio permanente della tassazione sulle PMI di tutta Italia, la data del
Tax Free Day divide in due parti la quotidianità delle imprese romane: la più considerevole, pesante come una zavorra, è rappresentata da
245 giorni dedicati al fisco e solo una decisamente più piccola di risorse che restano
in casa (120).
Il calcolo di quanto le tasse e contributi pesano sulle imprese romane è rilevato sulla base di
un’attività-tipo che consiste in una ditta individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Si considera che disponga, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio, di un automezzo per il trasporto e di 5 dipendenti.