(Teleborsa) -
E' rottura totale fra ArcelorMittal e Governo per la questione della
chiusura dell'ex Ilva di Taranto, che lascerà a casa oltre 10 mila persone su tutti i siti del territorio nazionale. E mentre è stata proclamata per domattina da Fiom, Fim e Uilm una nuova mobilitazione di 24 ore in tutti gli stabilimenti italiani, il Premier Giuseppe Conte ha convocato i sindacati a Palazzo Chigi.
L'incontro di ieri, 6 novembre, fra azienda e Governo è stato un flop: alla
proposta dell'esecutivo di
ripristinare l'immunità penale, i vertici di
Mittal hanno
risposto un secco "no", rilanciando su un
taglio di 5.000 posti di lavoro. Una proposta definita "inaccettabile" dal Presidente del Consiglio che commenta: "l'Italia non si lascia prendere in giro".
Tensione massima fra i lavoratori dell'acciaieria, che dalla giornata di ieri sono in
sciopero: il primo proclamato solo dalla Fim terminerà oggi alle 15, l'altro sostenuto dai sindacati metalmeccanici riuniti
scatterà domattina 9 novembre alle ore 7. Per i sindacati, la multinazionale ha dettato delle
condizioni "provocatorie e inaccettabili" non solo in relazione agli esuberi, ma anche riguardo al ridimensionamento produttivo ed alla modifica del Piano ambientale.
Frattanto,
Conte ha convocato i sindacati dei metalmeccanici
a Palazzo Chigi per questo pomeriggio
alle 17:30, per discutere della situazione, mentre sono già iniziate le operazioni di retrocessione dei rami d'azienda e restituzione dei lavoratori all'Ilva. L'incontro sarà "un'occasione importante - sottolineano i sindacati - per impegnare il Governo ad assumere atti forti e inequivocabili in difesa del futuro del polo siderurgico più importante d'Europa".
Il Ministro dello Sviluppo economico,
Stefano Patuanelli, ha anticipato che oggi ci saranno
due informative alla Camera e una al Senato, dove chiarirà tutti i dettagli della vicenda ex Ilva in modo trasparente e senza strumentalizzazioni.