(Teleborsa) -
Il Piano B per l'ex Ilva di Taranto non esiste, ma lo scudo penale non è una soluzione. Lo ha ribadito il leader del M5S,
Luigi Di Maio, in un'intervista a
Radio 24.
"
Non ho cercato di piazzare l'Ilva ai cinesi perché io credo che ci sia ancora un interlocutore, che è
ArcelorMittal", ha spiegato il Ministro degli Esteri, precisando che
non c'è alcun Piano B e che
è meglio non parlare adesso delle "alternative" (nazionalizzazione, player cinese o altre cordate) perché equivarrebbe a
cedere nei confronti di ArcelorMittal che vuole andarsene.
"Siccome non lo abbiamo consentito a Whirlpool, seppure con dimensioni del tutto diverse, non possiamo concedere la stessa cosa", ha detto il leader pentastellato, aggiungendo che è meglio
fare pressione nei confronti dell'azienda indo-francese e
usare la "moral suasion".
Di Maio resta fermo sulla sua posizione:
obbligare Arcelor Mittal, che ha firmato un contratto e preso impegni, ad
attuare il piano ambientale che prevede investimenti per 2 miliardi.
Quanto al tema dello
scudo penale, che
divide il Governo, il Ministro afferma "
non credo che si arriverà al voto sullo scudo, perché il tema degli alibi poteva valere due mesi fa ma adesso, in pieno contenzioso, non ha senso".