(Teleborsa) -
Ad ottobre frena la crescita della produzione industriale cinese deludendo il consensus. La debolezza della domanda globale e interna, oltre alla prolungata guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, hanno pesato significativamente su ampi segmenti della seconda economia mondiale portando il Paese a raggiungere tale risultato in contrazione.
Nel dettaglio, secondo i dati del National Bureau of Statistics, la produzione industriale ha registrato una
variazione positiva del 4,7% su base annua ad ottobre, al di sotto delle previsioni medie di crescita del 5,4% rese note da un sondaggio Reuters e
più lente del 5,8% di settembre. Il risultato
risulta inoltre ai minimi da tre decenni, campanello di allarme per Pechino da non sottovalutare visto che a questo risultato si affiancano quelli di altri indicatori dalle performance non brillanti.
Tra i settori che hanno rallentato in modo significativo e hanno perso le previsioni prendono un posto in prima fila
la crescita delle vendite al dettaglio, arrivata vicina a un minimo di 16 anni, e
la crescita degli investimenti in immobilizzazioni, palesatasi
la più debole mai registrata.Ma non sono i soli. I dati di giovedì hanno mostrato che il valore delle
esportazioni industriali consegnate è sceso del 3,8% rispetto all'anno precedente, segnando il terzo mese consecutivo di ribassi. Stesso trend anche per
la produzione cinese di acciaio, che è scesa
al minimo di sette mesi ad ottobre, mentre
la produzione di cemento si è contratta per la prima volta in oltre un anno, rispetto a un anno prima.
La guerra tariffaria tra Stati Uniti e Cina, oltre ad aver inferto dei colpi duri alle azioni asiatiche, ha danneggiato la domanda globale e indebolito i mercati finanziari.
Nonostante vi siano stati progressi nelle trattative tra le due superpotenze, il sentiment rimane ancora cauto visto che non è stata fatta, per ora, alcuna dichiarazione ufficiale su un fermo impegno a porre fine della controversia.