(Teleborsa) - I
dati allarmanti dell’indagine Ocse-Pisa pubblicati ieri certificano una difficoltà alla lettura degli adolescenti italiani ed arrivano puntuali dopo quelli Invalsi e dopo studi Svimez altrettanto preoccupanti.
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato della scuola
Anief, ha voluto commentare questi dati, sottolineando che
servono riforme efficaci, a cominciare dal ritorno del modulo alla primaria.
Ecco alcuni dati - Solo il
5% dei quindicenni ha una
comprensione "totale" di ciò che legge. Male anche in
scienze, meglio in
matematica. Uno studente su quattro ha difficoltà a confrontarsi con materiale non familiare o di una certa lunghezza e complessità e, di solito, ha bisogno di essere sollecitato con spunti prima di potersi impegnare con un testo.
Si tratta solo dei dati negativi più recenti in ordine di tempo, ma
ce ne sono altri che fanno ritenere che non siano criticità isolate. È emerso dai
dati Invalsi che il
20% degli alunni iscritti alla scuola secondaria di secondo grado
non ottiene il diploma o, come minimo, andrà incontro ad almeno una bocciatura. Ma vi sono anche i dati di
Svimez che confermano un
altissimo tasso di dispersione scolastica, che in certe province del
Sud tocca il
30-40 per cento.L'Anief non resta a guardare ed ha indicato azioni da intraprendere al Parlamento, a partire dalla
Legge di Bilancio 2020, in cui potrebbero essere inserite
misure per gli organici e per l'aumento del tempo scuola.
"È indispensabile – osserva Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief –
reintrodurre le ore di lezione tagliate con la riforma Tremonti-Gelmini e
reinserire il modulo alla primaria: un modello, basato sulle compresenze, che aveva portato la nostra scuola primaria tra i primissimi posti al mondo. Vanno poi
cancellati gli organici di fatto, a partire dalle deroghe su sostegno. Tra le nostre proposte di modifica alla Legge di Bilancio c’è anche l’estensione dell’obbligo scolastico a diciotto anni e l’anticipo a 5 anni, introducendo una classe 'ponte' che preveda la compresenza dei maestri dell'infanzia con quelli della scuola primaria".