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Turismo, assenza stranieri manda in crisi strutture ricettive, ristorazione e lusso

Per Confcommercio c'è una mancata spesa di circa 14 miliardi di euro in tre mesi

Economia
Turismo, assenza stranieri manda in crisi strutture ricettive, ristorazione e lusso
(Teleborsa) - E' salato il conto del Covid-19 e dell'assenza di turisti stranieri in Italia con 14 miliardi di spesa mancata in tre mesi. L'ultimo allarme arriva da Federalberghi–Confcommercio, secondo cui il calo dei turisti stranieri è del 91,2%.

Negli hotel a 5 stelle c'è quasi l’80% di presenze in meno. I principali habitués degli alberghi di lusso, provengono da Stati Uniti, Giappone, Russia, Australia, Brasile e Cina. Tutti mercati chiusi da oltre cinque mesi, durante i quali sono andati in fumo quasi 9 milioni di pernottamenti, circa il 40% dei flussi che questi Paesi generano ogni anno verso gli alberghi a 5 stelle italiani.

A soffrire di più, le città d’arte che con la loro alta percentuale di internazionalizzazione sono quelle che maggiormente richiamano i turisti del segmento lusso. Ma fra i flussi del turismo internazionale vi sono anche località rinomate come Sorrento, che ospita ogni anno 2,4 milioni di presenze straniere pari all’88% del totale, Stresa con 480mila (85% del totale), Taormina 900mila (84%) e Montecatini Terme 1,2 milioni (73%).

Con il turismo crolla anche l'indotto

Se mancano i turisti tutto l’indotto crolla di conseguenza. La ristorazione, ad esempio, che secondo Fipe-Confcommercio perderà 3 miliardi di euro nei soli tre mesi di luglio, agosto e settembre. L'81,8% delle imprese del settore ritiene che la stagione turistica stia andando male o molto male, e questo a causa soprattutto dell’assenza dei turisti stranieri (a lamentarne la mancanza è il 97,4%).

E poi c'è il segmento luxury, che risente soprattutto della mancanza di flussi turistici provenienti dagli Stati Uniti e dal Giappone. A farne le spese anche lo shopping made in Italy collegato al turismo degli stranieri che rappresenta la terza voce di spesa dopo alloggio e ristorazione. La loro assenza si tradurrà in una perdita di 5,7 miliardi. Preoccupa, in particolare, la mancanza di cinesi (28%), russi (12%) e americani (11%) che, insieme, rappresentavano oltre il 50% degli acquisti.

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