(Teleborsa) - Nel
2018 il 42% del valore aggiunto nazionale è generato dall
'1% dei Comuni. E' quanto rileva l'Istat nei
Risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale per il 2018 sottolineando che "per il rimanente 99% dei
Comuni, che producono il 58,1% del restante valore aggiunto, per poco più di due terzi si tratta di comuni mediamente popolati (67,9%) e per un quinto di comuni delle zone rurali (20,1%). I Comuni mediamente popolati, in particolare, realizzano la totalità del valore aggiunto di molti sistemi locali del
Made in Italy (gioielli, occhiali e strumenti musicali, legno e mobili, pelle e cuoio, tessile e abbigliamento) e, tra i non manifatturieri, di quelli portuali e a vocazione agricola".
Nel 2018 - si legge - il valore aggiunto è prodotto per il
37,8% al Nord-ovest e per il 25,5% nel Nord-est; seguono il
Centro con il 20,4% e il
Mezzogiorno con il 16,4%.
Le unità locali di gruppi multinazionali italiani, pari all'1,2% del totale nazionale, realizzano quasi il 21% al valore aggiunto dell’intera economia. Le regioni che più contribuiscono sono la
Lombardia (26,2%), l’Emilia-Romagna (13,2%) e il Lazio (11,4%).Anche nel 2018
Milano e Bolzano sono ai primi posti per produttività del lavoro. Rispetto al 2017 nelle prime 20 posizioni rientra Brescia e esce Siena;
Brindisi sale al quinto posto,
Roma scende da quinta a settima.
In termini di
macro settori, rispetto al 2017 l’industria perde ulteriore peso
non solo nel Mezzogiorno (-0,3 punti percentuali) ma anche nel Nord-ovest (-0,2 punti) e nel Centro (-0,1 punti), in favore del Nord est, che invece aumenta il proprio
peso di +0,5 punti percentuali. Il comparto dei servizi acquista rilevanza economica nel Nord-ovest (+0,2 punti) dove registra una crescita rispetto all’anno precedente del 4,2% mentre
riduce il suo peso nel Nord-est (-0,2 punti).