(Teleborsa) - Il tema della
mobilità del personale della scuola resta al centro del
dibattito fra i sindacati ed il Ministero dell'Istruzione, che si sono scontrati ieri per parlare del
vincolo quinquennale di permanenza dei neo-immessi in ruolo. L'incontro sulla
bozza dell’Ordinanza Ministeriale che regola la mobilità territoriale e professionale del personale docente, ATA ed educativo si è aggiornato a
lunedì 1° marzo.
Nell'ambito delle discussioni sulla bozza, la
delegazione Anief composta dai segretari generali Stefano Cavallini e Gianmauro Nonnis, ha espresso numerose
criticità legate alle norme introdotte, in particolare sul
vincolo quinquennale, introdotto per la prima volta dalla legge 106 del 2011. Un vincolo - sottolinea il sindacato - che introduce una
disparità di trattamento fra docenti assunti dallo stesso canale, ma in anni diversi, che si applica anche alla mobilità annuale,
negando il diritto alla famiglia, ed esclude solo i beneficiari delle leggi speciali in materia, ad esempio i beneficiati della legge 104/92 e della ex legge Cirielli sul ricongiungimento al coniuge militare trasferito d’ufficio.
"Questa norma è già stata applicata con notevoli ripercussioni sul benessere lavorativo ai neoassunti dal concorso straordinario 2018 della secondaria", ricorda
Stefano Cavallini.
"Si tratta di un vincolo privo di logica", afferma
Gianmauro Nonnis, spiegando che la norma condiziona anche le annuali immissioni in ruolo, perché molti docenti "preferiscono rifiutare il ruolo e lavorare da precari vicino casa, che non stabilizzare la propria posizione lavorativa ma a patto di rinunciare alla famiglia".
"Che il vincolo sia iniquo e ingiusto è palese per ovvi motivi", sottolinea
Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief, aggiungendo "non è ammissibile che dopo anni di precariato nelle stesse discipline e spesso negli stessi istituti i posti occupati vengano lasciati per andare a prendere il ruolo altrove sapendo che altri precari prenderanno quei posti".
La delegazione ha posto altri rilievi rispetto all’argomento mobilità: le
tempistiche di pubblicazione dei movimenti previsti per fine maggio con il relativo rischio di non avere tutti i posti dei pensionamenti liberi per tale data e la
mancanza di un controllo che non sia a campione sulle domande.