(Teleborsa) -
E' cresciuta nel 4° trimestre l'incidenza del deficit sul PIL, a causa della riduzione delle entrate e del consistente aumento delle uscitev causato dalle misure a sostegno di famiglie e imprese durante la pandemia. L'indebitamento è passato
al 5,2% del PIL dall'1,9% dell'anno precedente, confermando il trend di crescita dei nove mesi precedenti.
Il
saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del
-1,9% (+5,2% nel quarto trimestre del 2019), mentre il
saldo corrente delle AP è stato positivo, con un’incidenza sul Pil dell
’1,5% (+5,6% nel quarto trimestre del 2019).
La
pressione fiscale è cresciuta di 1,3 punti portandosi
al 52%, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive. Giù il
reddito disponibile delle famiglie, che registra una
diminuzione dell‘1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre i
consumi finali sono
scesi del 2,5% e la propensione al risparmio si è portata al 15,2% (+0,5 punti).
E' diminuito anche il
potere d’acquisto delle famiglie
(-2,1%) a fronte di un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi.
La quota di
profitto delle società non finanziarie, pari al
43,6%, è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre del 2020. Il tasso di
investimento delle società non finanziarie è aumentato di 0,6 punti
al 21,6%.