(Teleborsa) - Nei giorni scorsi, tutto il mondo ha guardato al
Canale di Suez, una delle principali
arterie del
commercio mondiale ostruito dal gigantesco portacontainer
Ever Given che lo scorso
23 marzo si è
incagliato su una delle sue
sponde, bloccando di fatto il traffico dei
trasporti internazionali via mare. La vicenda che si è conclusa positivamente dopo
6 giorni e vari
tentativi falliti, con la
mega nave container che dopo essere stata
disincagliata ha ripreso la navigazione, ha comunque aperto ad una
riflessione più ampia sul
commercio e sulla logistica mondiale. Per il canale passa circa il
12% degli scambi globali. In un giorno tipo, lungo i 190 km che collegano il Mar Mediterraneo con il Mar Rosso (il canale è largo 205 metri e ha una profondità massima di 24 metri) transitano oltre 50 grandi navi (tra porta container, petroliere e portarinfuse) e 1,9 milioni di barili di greggio, secondo i dati di Lloyd's List Intelligence, un servizio specializzato di informazioni dedicato alla comunità marittima globale.
"Il
processo di globalizzazione ha fatto del commercio internazionale e del flusso ininterrotto di merci da un capo all’altro del mondo una realtà, spesso
data per scontata. La
pandemia di Covid-19, e più di recente il blocco temporaneo del
canale di Suez causato dalla nave
Ever Given, hanno fatto riflettere se questo
modello di interconnessione globale sia stato portato al suo estremo". Così
Pasquale Salzano, Presidente SIMEST su
IlSole24Ore in un contributo dal titolo
"Covid, Suez e Stati Uniti: catene (meno globali) del valore e ruolo delle PMI". "In un contesto internazionale in subbuglio, scosso da
crescenti tensioni commerciali tra Cina e Occidente, oltre che da difficoltà di approvvigionamento di
mascherine e camici prima e vaccini poi - emblematiche dell’interdipendenza tra sistemi industriali e commerciali -, osserva Salzano - l’Italia è chiamata a trovare un
giusto bilanciamento tra esigenze contrapposte".
Per il Presidente SIMEST sarà importante "rafforzare innanzitutto la
proiezione internazionale delle
imprese italiane sui mercati più
vicini e strategici, a partire da quelli
europei, del Mediterraneo allargato e da quello statunitense. Al tempo stesso, la vocazione globale dell’
export italiano renderà cruciale continuare a presidiare anche i
mercati di sbocco più lontani".Siamo in presenza di "una
sfida competitiva complessa per le nostre aziende, in particolare per le
PMI, che, pur rappresentando una vera eccellenza nel “fare impresa” con la loro
sapienza artigianale, si ritrovano spesso poco attrezzate ad affrontare i
mercati internazionali. È in questo ambito che la rete di promozione integrata – costituita d
al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nonché dagli altri attori del Sistema Paese come
ICE, SACE, SIMEST e dal Gruppo CDP nel suo complesso - svolge un
ruolo determinante, insieme ai più
recenti e innovativi strumenti di sostegno finanziario messi a disposizione dal Governo".
La strada è segnata ed è
green. "Occorre utilizzare questi
poderosi aiuti economici – e quelli in arrivo nei prossimi mesi – per indurre un
necessario e rapido cambiamento dei modelli di business delle nostr
e imprese verso un
nuovo paradigma di
sviluppo sostenibile ispirato alla
transizione energetica, ecologica e digitale, sarà la
vera sfida da vincere per continuare a competere nel mondo", conclude Salzano.