(Teleborsa) - "
Confindustria sta monitorando con preoccupazione
l'escalation congiunturale dei
prezzi delle principali commodity e, tra queste, il prezzo dell'
energia elettrica, aumentato di oltre
l'80% rispetto a gennaio di quest'anno, quello del
gas naturale da cui dipende il prezzo dell
'energia elettrica aumentato di oltre il
100% rispetto a gennaio e, infine, il prezzo della
Co2 cresciuto di oltre il
70%".
A lanciare l'allarme, il Presidente di Confindustria,
Carlo Bonomi, in occasione dell'assemblea di Elettricità Futura. "Queste tensioni di mercato - ha osservato - devono essere comprese nei loro fattori di origine e gestite di conseguenza, non devono farci arretrare rispetto agli
obiettivi di sostenibilità rispetto alle generazioni future, nè mettere a repentaglio lo slancio produttivo del Paese, soprattutto in questa delicata fase di ripresa". Bisogna, in sostanza, "
mettere assieme tutte le forze per affrontare il cambio di paradigma del settore energetico, ormai irreversibile, con soluzioni ponderate". In generale, secondo il numero uno degli Industriali, "il green new deal europeo ha imposto una forte accelerazione alla
transizione energetica per arrivare agli obiettivi di
neutralità climatica nel 2050. Si tratta di una sfida senza precedenti che dovremmo affrontare soprattutto sul
piano dell'innovazione tecnologica".Bonomi ha anche annunciato che nei prossimi sarà presentata "una proposta di riforma al Governo per un processo di
decarbonizzazione economicamente efficiente e consapevole degli impatti sociali" aggiungendo che "l'impegno delle imprese non sarà comunque sufficiente se non saremo in grado di far recepire alla società il messaggio che perseguire la
decarbonizzazione significa anche accettare lo sviluppo nei territori d'impianti e infrastrutture".
"E' necessario sviluppare un'azione comune per rimuovere, sul piano culturale, l'effetto
NIMBY (Not In My Back Yard, "Non nel mio cortile sul retro" per indicare la protesta da parte di membri di una comunità locale contro la realizzazione di opere pubbliche con impatto rilevante in un territorio che viene da loro avvertito come strettamente personale, ndr) che ancora condiziona molte comunità e molte amministrazioni". "Purtroppo - ha aggiunto - restano diffuse le contraddizioni tra la coralità con cui s'invocano le tecnologie per ridurre le emissioni e il rifiuto delle stesse quando vengono costruite in prossimità del
proprio territorio. Contraddizioni che, secondo una nostra recente stima, pesano sulla bolletta italiana per oltre
600 milioni di euro l'anno".