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Ucraina, USA: "Saltato il piano di Putin, truppe in stallo"

Zelensky: "No agli ultimatum russi. Eventuale accordo sarà sottoposto a referendum"

Economia
Ucraina, USA: "Saltato il piano di Putin, truppe in stallo"
(Teleborsa) - "Il presidente Putin aveva un suo piano, pensava di conquistare Kiev in poche ore se non giorni. Ma è stato fermato dalla resistenza degli ucraini e le sue forze sono in stallo. Questa è una guerra più grande della Russia e dell'Ucraina, ci sono in gioco principi universali che Putin ha cercato di violare, tra questi la sovranità di un Paese di determinare la sua politica estera e le sue alleanze". A fare il punto sull'evoluzione del conflitto è stato in serata il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price. Nel corso del briefing con la stampa Price ha, inoltre, annunciato che gli Stati Uniti stanno "lavorando per far avere all'Ucraina esattamente i sistemi anti-missili di cui ha bisogno, inclusi quelli di fabbricazione sovietica e gli S-300".

"L'Ucraina non può accettare gli ultimatum russi. Dovremmo prima essere distrutti per soddisfare i loro ultimatum – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervistato da Suspilne –. Mosca voleva che l'Ucraina consegnasse Kharkiv, Mariupol e Kiev, ma né la popolazione di quelle città e né io, come presidente, possiamo farlo". Zelensky – secondo quanto riferisce l'agenzia Tass – ha inoltre affermato che "un eventuale accordo con la Russia dovrebbe essere sottoposto ad un referendum in Ucraina".

"Stiamo combattendo contro uno dei più grandi eserciti del mondo per la nostra salvezza. Contro missili, bombe e artiglieria a ripetizione – ha scritto il presidente ucraino su Telegram –. Contro gli occupanti che sparano ai profughi sulle strade. Che uccidono civili inermi, che affamano intere città e bruciano quartieri. Questa è la peggior guerra in Europa dalla Seconda guerra mondiale". Un intervento di Zelensky è atteso domani alle 11 al Parlamento italiano.

Nelle città ucraine, intanto, la situazione si fa sempre più difficile. A Mariupol dove bombe russe cadono ogni dieci minuti e oltre ai carri armati e all'artiglieria, la città è bombardata da navi da sbarco russe, il bilancio delle vittime tra i civili ha superato le 3mila persone. A Kiev, dove il sindaco Vitaly Klitschko ha annunciato un nuovo coprifuoco nella capitale e nella regione di 35 ore, da stasera a mercoledì mattina, Ucraina, il bilancio è di 65 morti dall'inizio della guerra, quattro delle quali bambini. "Oggi nella nostra città, – ha affermato Klitschko – quasi 300 persone sono state colpite dai bombardamenti delle truppe russe, inclusi 16 bambini. Molte persone sono negli ospedali".


Sul fronte dell'azione internazionale centrale è stata oggi la telefonata del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con i leader europei, tra i quali il premier italiano Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier britannico Boris Johnson. Il colloquio – in preparazione del vertice Nato di giovedì prossimo e della partecipazione del presidente Biden al prossimo Consiglio europeo – è durato un'ora, dalle 11.14 alle 12.12, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca. I leader hanno riaffermato l'importanza della unità di intenti e di azione dimostrata di fronte alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni. Di fronte alla grave emergenza umanitaria i leader si sono impegnati a coordinare gli sforzi per aiutare la popolazione ucraina in fuga dal conflitto o bloccata in patria.

Nel frattempo Strasburgo ha lanciato un appello a ricollocare rifugiati da Paesi confinanti. "C'è urgente bisogno che gli Stati europei si coordinino per mettere a punto dei programmi per evacuare le persone fuggite dalla guerra in Ucraina e che ora si trovano nei paesi confinanti come Polonia, Moldavia e Romania" scrive in una nota la commissione migrazioni dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. La commissione evidenzia che secondo Unchr sono già scappati dall'Ucraina tre milioni e mezzo di persone, e che nelle settimane a venire i rifugiati potrebbero aumentare fino a 10 milioni. "I paesi confinanti non possono gestire questo immenso numero di persone da soli e inoltre gli individui in fuga sono persone estremamente vulnerabili al rischio di cadere vittime di abusi, della tratta di esseri umani e sfruttamento, e si deve quindi fornirgli ulteriore protezione", indica Strasburgo. La commissione chiede quindi agli Stati membri del Consiglio d'Europa di intervenire, anche attraverso i programmi di reinsediamento previsti dalla Ue.






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