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Ucraina, Zelensky: "Segnali positivi da trattative a Istanbul ma non ci fidiamo"

Nella notte bombardamenti nel Donbass, a Chernikiv e nella regione di Khmelnytsky. Concordati per oggi tre corridoi umanitari da città assediate.

Economia
Ucraina, Zelensky: "Segnali positivi da trattative a Istanbul ma non ci fidiamo"
(Teleborsa) - Dopo 34 giorni di guerra da Mosca arrivano i primi segnali positivi ma lo scetticismo sulle reali intenzioni di Putin dilaga. "Vediamo tutti i rischi. Non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a lottare per la nostra distruzione. Gli ucraini non sono persone ingenue. Gli ucraini hanno già appreso durante questi 34 giorni di invasione e negli ultimi otto anni di guerra nel Donbass che ci si può fidare solo di un risultato concreto". Queste le parole pronunciate con cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto la promessa della Russia di ridurre drasticamente la sua attività militare nell'Ucraina settentrionale. Il leader ucraino ha esortato il suo popolo a "rimanere vigile" nonostante abbia affermato che i segnali ricevuti dai colloqui di pace di Istanbul con la Russia appaiano positivi.

"La situazione non è diventata più facile. La portata delle sfide non è diminuita – ha commentato Zelensky –. L'esercito russo ha ancora un potenziale significativo per continuare gli attacchi contro il nostro stato. Hanno ancora molte attrezzature e abbastanza persone completamente private dei diritti che possono inviare al calderone della guerra". Zelensky ha dunque confermato che l'Ucraina non ridurrà i suoi sforzi di difesa. "Il nemico è ancora nel nostro territorio. Continuano i bombardamenti delle nostre città. Mariupol è bloccata. Missili e attacchi aerei non si fermano. Questa è la realtà. Questi sono i fatti. Sì, possiamo definire positivi i segnali che sentiamo dalla piattaforma negoziale. Ma questi segnali – ha concluso il presidente ucraino – non mettono a tacere l'esplosione dei proiettili russi".

Anche l'Occidente ha espresso forti perplessità sulle reali intenzioni dello zar. Usa, Regno Unito e Ue continuano a diffidare del Cremlino e sottolineano di voler attendere il passaggio dalle parole ai fatti. Mentre per Pentagono i russi non si stanno ritirando da Kiev, ma si stanno "riposizionando", e "la minaccia sulla capitale non è finita". Alla prospettiva di una tregua sembrano, invece, credere i mercati, con le Borse europee in risalita e il petrolio in netto calo. Ottimismo arriva anche dalla Turchia che ha ospitato i negoziati, con il suo presidente Recep Tayyip Erdogan in prima fila tra le delegazioni al tavolo.

A trattative concluse, Putin ha sentito Emmanuel Macron, tornando a chiedere la completa resa di Mariupol. La città portuale nel sud dell'Ucraina, via di collegamento tra la Crimea e il Donbass controllati dai russi, resta l'obiettivo chiave dell'offensiva e prima della sua conquista, un'intesa sarà difficile, ha fatto capire lo zar.

Le proposte di Kiev, definite "chiare", "saranno studiate molto presto e sottoposte al presidente", ha detto il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky, l'uomo che il Cremlino ha messo sin dall'inizio a capo della complicata trattativa. La proposta di Kiev prevede la stipula di un "accordo internazionale" con almeno una decina di garanti – i membri permanenti del Consiglio di sicurezza più Germania, Turchia, Italia, Polonia, Canada, Israele, ma la lista non è chiusa – che possano intervenire in caso di aggressione, sul modello dell'articolo 5 della Nato. Un accordo da approvare con un referendum interno e ratificare nei Parlamenti dei Paesi coinvolti. Fuori restano le regioni contese della Crimea – su cui le parti dovrebbero impegnarsi in un lungo negoziato che potrebbe durare fino a 15 anni – e del Donbass, congelando di fatto il nodo della sovranità e quindi il conflitto. In cambio, l'Ucraina offre la sua neutralità, impegnandosi a non cercare l'adesione all'Alleanza atlantica e a non ospitare basi straniere nel suo territorio, mentre la Russia ha promesso di non opporsi a una sua eventuale adesione all'Ue. Proprio il nodo Crimea e Donbass resta quello più intricato da sciogliere. Zelensky stesso, in serata, lo ha fatto intendere ribadendo che "non ci possono essere compromessi sulla sovranità e sulla nostra integrità territoriale".


Nella notte – secondo quanto ha reso noto un consigliere del ministero dell'Interno ucraino, Vadim Denisenko – ci sono stati raid aerei praticamente in tutta l'Ucraina con bombardamenti nel Donbass, a Chernikiv e nella regione di Khmelnytsky. Denisenko, riferisce l'agenzia ucraina Unian, ha aggiunto che la situazione a Chernihiv è molto difficile così come molto difficile rimane la situazione a Mariupol. Denisenko ha detto che quasi tutta la notte nella regione di Kiev sul territorio vicino a Irpen ci sono state operazioni militari. "Pertanto, per il momento, – ha affermato il consigliere – non è possibile dire che i russi stanno riducendo l'intensità delle ostilità nelle direzioni di Kiev e Chernikiv". Secondo Kiev, tuttavia, alcune unità militari russe con le relative attrezzature stanno rientrando nel territorio bielorusso.

Per la giornata di oggi – fa sapere la vice premier Iryna Vereshcuk su Telegram – sono stati concordati tre corridoi umanitari in Ucraina, tutti nel Sud del Paese. I tre corridoi sono: ?per l'evacuazione dei residenti di Mariupol e la consegna degli aiuti umanitari alla città di Berdyansk; ?per la consegna degli aiuti umanitari e l'evacuazione delle persone dalla città di Melitopol; ?per un convoglio di persone con mezzi propri dalla città di Energodar a Zaporizhia. "Ieri ai colloqui di Istanbul, la delegazione russa ha ricevuto proposte per organizzare corridoi umanitari verso i 97 insediamenti più colpiti nelle regioni di Kharkiv, Kyiv, Kherson, Chernihiv, Sumy, Zaporizhia, Donetsk, Lugansk e Mykolayiv" sottolinea la vicepremier, aggiungendo che "oggi continueremo a lavorare per ottenere l'approvazione per questi corridoi umanitari".
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