(Teleborsa) - Uno scenario all’insegna dell’
incertezza, dovuto agli effetti ancora permanenti della
pandemia, con l’aggiunta della
guerra in Ucraina. È questo il quadro tracciato dal
Governatore Ignazio Visco nelle considerazioni finali, lette stamane nel corso dell’assemblea annuale della Banca d'Italia.
Lo scenario macroeconomico L'Area Euro - ha spiegato il Governatore - è stata particolarmente
esposta agli effetti economici del conflitto. Secondo le stime più recenti, "quest’anno la
crescita del prodotto interno dovrebbe risultare
inferiore al tre per cento, ben al di sotto di quanto previsto pochi mesi fa; un incremento già in larga parte acquisito grazie alla forte ripresa del 2021 e che implicherebbe quindi solo una
modesta espansione dell’attività in corso d’anno. Ma il rischio di un andamento meno favorevole - aggiunge Visco - è significativo".
All’indebolimento contribuiscono inoltre il
diffuso calo della fiducia e la
fragilità del commercio internazionale. A livello internazionale un recupero della domanda globale più rapido delle attese ha ovunque sospinto i prezzi dei prodotti intermedi;
nell’area Euro ha pesato soprattutto
l’eccezionale rincaro dei prodotti energetici iniziato per le tensioni geopolitiche. L’intensificarsi di queste, culminate con l’attacco della Russia all’Ucraina - ha spiegato il Governatore - è la ragione principale della diffusione delle
pressioni inflazionistiche.
È stato
scongiurato il rischio di deflazione in Europa, pertanto continueranno ad essere favorevoli le condizioni di finanziamento per famiglie ed imprese, nell’ area Euro in termini reali i
tassi di interesse a breve resteranno negativi ancora per diversi anni.
L’economia italiana con quella tedesca - ha detto Visco - sono
tra le più colpite dall’aumento del gas, per la quota elevata di importazioni dalla Russia e per la rilevanza dell’industria manifatturiera che ne fa ampio uso. "In aprile valutavamo che il
prolungamento del conflitto in Ucraina - spiega il Governatore - avrebbe potuto comportare
circa due punti percentuali in meno di crescita, complessivamente, per quest’anno e il prossimo" e "
non si possono escludere sviluppi più avversi".
In marzo
l’inflazione ha toccato il 6,8 per cento, in aprile grazie ai provvedimenti del governo su carburanti, energia elettrica e gas è scesa di mezzo punto. Non si sono finora registrati segnali di trasmissione di pressioni dei prezzi sulle retribuzioni, anche per le caratteristiche del modello di contrattazione italiano.
L’aumento dei prezzi delle materie prime importate - ha detto il Governatore -
è una tassa ineludibile per il Paese. Il governo può distribuirne "gli effetti tra famiglie, produzione, generazioni presenti e future, non può annullarne l’impatto d’insieme”
I
l rapporto fra il debito e il Pil secondo la Commissione europea
continuerà a scendere in Italia sia quest’anno che il prossimo, nonostante la situazione economica.
L'Europa Se le conseguenze della guerra colpiscono tutta l’Europa, iniziative a livello europeo come il
Next Generation EU e il programma
RePower EU, che dovrebbe porre fine alla dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia,
aiutano le economie dei singoli stati.
Ma
l’auspicio - dice Visco - sarebbe un
bilancio comune europeo che “avrebbe una
funzione di stabilizzazione e garantirebbe la fornitura di beni pubblici europei a fronte di risorse proprie o di emissioni di debito pubblico".
Per il Governatore una
soluzione meno ambiziosa potrebbe essere uno
strumento pronto per essere utilizzato in caso di necessità, evitando di dover creare di volta in volta programmi ad hoc, come è avvenuto per la crisi dei debiti sovrani e la pandemia. Questa innovazione - aggiunge - potrebbe
accompagnare la riforma in corso del
Patto di stabilità.
Scenario internazionale
"E' in corso - dice Visco - una
riflessione sugli equilibri internazionali e sulla globalizzazione. La guerra in Ucraina rischia di deviare questo ripensamento e riportarci verso un
mondo diviso in blocchi. Questo produrrebbe minori movimenti non solo di beni e servizi e di capitali finanziari, ma anche di tecnologie, idee e persone.
"Un mondo diviso in blocchi
penalizzerebbe maggiormente i
paesi in via di sviluppo e - aggiunge il Governatore -
si perderebbe soprattutto quel patrimonio di
fiducia reciproca che, per quanto fragile, "oltre ad essere indispensabile per la convivenza pacifica tra le nazioni, rappresenta una insostituibile base per affrontare le sfide cruciali per le prossime generazioni". "Detto ciò - aggiunge - una correzione di rotta che miri a
coniugare i benefici della globalizzazione con politiche atte a contenerne le conseguenze negative è indispensabile".
Nodi e sfide per l’Italia E' il capitolo della relazione che
ricorda quanto fatto per recuperare competitività dalle imprese italiane e dal sistema finanziario. La ritrovata fiducia del paese nelle prospettive economiche ha favorito la crescita degli investimenti e la ripresa. Ora ci sono
altre sfide - dice Visco - e il
piano di ripresa e resilienza è decisivo. Questo disegna una strategia articolata di modernizzazione del paese, che coniuga investimenti pubblici e privati, realizzando la transizione digitale e quella ecologica (verde).
Oltre alla realizzazione di questo piano vanno aggiunte
altre riforme come la
tassazione e le risorse che il bilancio nazionale destina a programmi di spesa con obiettivi affini. Essenziale quindi, per rispettare le scadenze concordate dalla Commissione europea, è la definizione delle leggi e regolamenti inclusi nel PNRR. Fra gli interventi Visco cita in particolare la legge delega di riforma del
codice dei contratti pubblici e la legge sulla
concorrenza.
Il Governatore, parlando di
mercato del lavoro, ha ricordato il milione di italiani che negli ultimi dieci anni hanno lasciato il paese per trasferirsi all’estero.
Particolare attenzione ai
programmi del PNRR dedicati al Mezzogiorno: da qui al 2030, oltre agli
80 miliardi previsti dal PNRR, il Sud potrà contare su risorse
ulteriori 120 miliardi provenienti da fondi strutturali europei e dal Fondo per lo Sviluppo e Coesione.
La crisi prodotta dalla guerra - ha poi aggiunto Visco - non comporta di rivedere le linee strategiche del Piano, accresce semmai l’esigenza di
accelerare la transizione verde.
Per quanto riguarda le difficoltà connesse con il rincaro dei beni energetici potranno essere superate, come sta avvenendo con specifici stanziamenti.
La finanzaLa
salute del nostro sistema bancario è in linea con quelli medi degli altri intermediari vigilati direttamente dalla BCE. Il
risparmio italiano è sempre fiorente: 1.400 miliardi di depositi bancari e 1.300 miliardi gestiti da fondi comuni.
La crisi pandemica - ha ricordato Visco - ha dato una forte
impulso alla digitalizzazione di tutti i comparti dell’industria finanziaria. Particolare attenzione è dedicata alle
criptovalute, ma l’unico strumento in circolazione privo del rischio di insolvenza è il contante emesso dalla banca centrale.
Una
valuta digitale della banca centrale - ha aggiunto Visco - rappresenterebbe
un’ancora per la fiducia del pubblico nella moneta e fungerebbe da completamento al contante e ai mezzi di pagamento elettronici esistenti, nonché allo sviluppo privato di strumenti digitali affidabili.