(Teleborsa) -
Il petrolio avvia l'anno in positivo e risale la china, dopo le consistenti perdite archiviate nel 2023.
I future sul Brent in scadenza a marzo sono
rimbalzati del 2,3% a 78,85 dollari al barile, mentre i future sul greggio
West Texas Intermediate salgono del 2,2% a 73,27 dollari al barile.
Un recupero che tiene conto di qualche
ricopertura ed anche delle rinnovate
tensioni nel Mar Rosso. Le ritorsioni fra le forze statunitensi ed un gruppo di ribelli Houthi, protetto dall'Iran, nel Mar Rosso, ha rischiato di mandare in tilt il traffico commerciale attraverso il Canale di Suez, ma un accordo per la protezione dei traffici ha ricevuto una forte adesione e le rotte commerciali sono riprese.
Sui prezzi del greggio
pesano anche l'aumento della produzione USA a livelli record e le
divisioni in seno allì'OPEC+, che hanno prodotto uno sfaldamento della politica del cartello, proprio mentre la
domanda globale ristagna. Nel corso dell’anno, infatti, non si è concretizzata la ripresa dell'economia cinese ed i tagli produttivi dell’Organizzazione dei paesi esportatori sono andati avanti in via volontaria e senza un vero e proprio consenso da parte di tutti.
In questo quadro
un supporto potrebbe arrivare da segnali confortanti di ripresa economica e da una politica più accomodante delle banche centrali, che metterebbe l'economia globale su un sentiero di crescita più vivace nel 2024.