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Inps, nel 2023 calano i licenziamenti economici, -6,8%

A dicembre 2023 saldo annualizzato positivo con +523.000 posizioni di lavoro

Economia
Inps, nel 2023 calano i licenziamenti economici, -6,8%
(Teleborsa) - Nel 2023 l'Inps ha registrato 8.175.000 nuovi rapporti di lavoro nel settore privato (esclusi i domestici e gli operai agricoli), stabili rispetto al 2022 (+0,3%) e comunque superiori al livello prepandemico, vale a dire nel 2019. In flessione, rispetto al 2022, risultano le assunzioni di contratti in somministrazione (-6%), in apprendistato (-5%) e a tempo indeterminato (-3%). Tutte le altre tipologie registrano una leggera crescita: lavoro intermittente +5%, tempo determinato +3% e stagionali +1%. Si registra altresì una lieve flessione per le classi di dimensione aziendale fino a 15 dipendenti (-0,3%) e 100 e oltre (-1%); in crescita invece risulta la classe dimensionale intermedia da 16 a 99 dipendenti (+2,8%). Per quanto riguarda le tipologie orarie, l’incidenza del part time (considerando sia quello verticale che quello orizzontale) è rimasta stabile sia per l’insieme delle assunzioni a termine - incluso apprendistato- (37,4%) che per quelle a tempo indeterminato (32,8%).

Lo rileva l'Inps nell'Osservatorio sul precariato dal quale emerge che le trasformazioni da tempo determinato nel corso del 2023 sono risultate 788.000, in aumento rispetto al 2022 (+4%), superiori anche al valore registrato nel 2019. Contemporaneamente le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione rispetto al corrispondente periodo del 2022 (-15%): è l’effetto atteso (a tre anni di distanza) della caduta delle assunzioni di apprendisti osservata nel 2020.

Le cessazioni del 2023 - si legge ancora nel report - sono state 7.652.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1%). Concorrono a questo risultato i contratti in somministrazione (-7%), a tempo indeterminato (-5%) e i contratti in apprendistato (-4%). In controtendenza invece risultano i contratti stagionali (+1%), i contratti a tempo determinato (+2%) e quelli di lavoro intermittente (+5%). Per quanto riguarda le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato con riferimento alla motivazione della cessazione, si evidenzia una riduzione tra il 2023 rispetto al 2022 dei licenziamenti di natura economica (-10%), dei licenziamenti disciplinari (-10%); modeste risultano le variazioni delle dimissioni (-1%) e delle risoluzioni consensuali (+4%). La quota complessiva dei licenziamenti sul totale dei rapporti a tempo indeterminato conclusi negli anni post pandemici (2022 e 2023) si è aggirata attorno in media intorno al 25% mentre in precedenza (2019) era pari al 33%.

Calano i licenziamenti di natura economica nel 2023 che raggiungono quota 523.656 (-6,86% sul 2022). Le cessazioni di contratto per scelta del lavoratore rimangono sopra i due milioni, sono state, infatti, 2.138.104 con un calo dell'1,95% sul 2022.







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